Ci sono alcune figure, alcuni nomi della musica, che pur restando per anni nell’underground godono di stima e apprezzamento incondizionati. La loro opera è spesso stata importantissima, perché oltre a regalare grandi pezzi e grandi dischi, in molti casi ha indicato nuove strade e fatto da esempio.
In occasione dei prossimi concerti, man mano cercheremo di parlare di ognuno di loro, di ripercorrerne la carriera per provare a dare un’idea del perché certi artisti siano leggende viventi.
Dopo l’articolo dedicato a Giorgio Canali (leggi qui), e dopo aver abbondantemente parlato di Federico Fiumani e dei Diaframma (qui articoli e foto), è ora la volta di Stefano Rampoldi, in arte Edda, in concerto questo giovedì (22 marzo 2018) al Monk di Roma.
EDDA – E’ tornato ad imporsi negli ultimi anni come un autore raffinato, firmando magnifici album espressivi di un malessere che affonda le radici nel buio profondo del suo vissuto, capace di risultare finemente elegante anche colpendo dritto al cuore in maniera rude, diretta, potremmo dire esteticamente pornografica, mettendo a nudo le più intime sofferenze umane attraverso la visione fornita da un suo personalismo lato femminile.
Ma la carriera di Stefano Rampoldi (nato a Milano il 26 luglio 1963) arriva da molto più lontano del nuovo fermento musicale “indie”, se pur di fermento vero e proprio parliamo comunque, quello dei primordi della scena rock alternativa dei primi anni ’90, quella che ha forgiato realtà come gli Afterhours, i La Crus, o i Bluvertigo, solo per restare a Milano, i Timoria, i Marlene Kuntz, o i Verdena, volendosi allontanare solo di poco. I Ritmo Tribale di cui era vero e proprio frontman oltre che voce, con il loro mai troppo riconosciuto ruolo di apripista, di quella scena furono tra le principali forze generatrici. Una band seminale, per dirla alla Manuel Agnelli versione divulgatore televisivo.
1984-1996 – Ritmo Tribale
La band si forma nell’84 a Milano dall’unione tra Fabrizio “Fabri” Rioda, Alessandro “Zero” Zerilli e Stefano “Edda” Rampoldi. Subito dopo si aggiungono a loro il chitarrista Andrea Scaglia e Alex Marcheschi.
Il debutto discografico vero e proprio del gruppo arriva nel 1988 con Bocca Chiusa, disco a cui però Edda non prende parte essendosi allontanato momentaneamente dalla band.
Con il suo rientro, nel 1990 arriva Kriminale, poi dal 1991 al 1995 escono nell’ordine Ritmo Tribale, Tutti vs. tutti, Mantra e Psycorsonica. Il successo di critica e pubblico porta il gruppo in questi anni ad esibirsi anche all’estero: New York, Germania, Francia, Svizzera, Jugoslavia ed Algeria.
Poco dopo però, durante il tour di Psycorsonica, Edda lascia il gruppo a causa dei problemi creati dalla sua tossicodipendenza. I Ritmo Tribale si sciolgono e per una loro prima réunion (ma senza Edda), bisognerà attendere il 2007.
1996–2008 – Tossicodipendenza, ritiro e disintossicazione
I problemi di tossicodipendenza non lo allontanano solo dai Ritmo Tribale, ma in toto dal mondo della musica.
Edda così si trasferisce in India, inizia il suo travagliato percorso di disintossicazione, trova lavoro nell’edilizia da operaio ed aderisce al movimento degli Hare Krishna.
Sparisce dalle scene per ben 12 anni, fino a che nel 2008 non ricompaiono su un suo canale YouTube alcuni brani registrati in casa.
2009–2017 – Edda solista
Nell’estate del 2009 arriva il debutto da solista con l’album Semper biot, che in milanese significa “sempre nudo”, presentato in anteprima il 6 giugno al MiAmi Festival. Ad ottobre, ricompare in TV, su Rai Due, intervistato da Daria Bignardi nella sua trasmissione “L’era Glaciale”.
Il ricordo dell’indiavolato frontman con i capelli lunghi sembra lontanissimo, il nuovo Edda è un pacato cantautore 46enne, capelli corti e brizzolati, sorriso profondo e il volto segnato dal duro percorso personale.
Nel 2010 arriva l’EP In Orbita ed il duetto dal vivo con gli Afterhours (Agnelli è da sempre un suo grande estimatore) alla festa dell’Unità. Nel 2012 il secondo album Odio i vivi, con cui vince il premio PIMI come miglior solista, e nel 2014 l’album Stavolta come mi ammazzerai?
Il 24 febbraio 2017 esce il suo quarto disco solista, Graziosa Utopia, accolto immediatamente con grande favore di critica e pubblico, sarà indiscutibilmente uno dei migliori dischi della ricca produzione italiana dell’anno scorso. Portato in tuor con una lunga serie di date in tutta Italia, giovedì sarà per la terza volta in un anno a Roma, dopo la data invernale sempre al Monk e quella estiva, in apertura ai Fast Animals and Slow Kids, nel live dello scorso 1 agosto a Villa Ada.
Il biglietto per il concerto di giovedì 22 marzo al Monk di Roma costa 8 euro più prevendita (qui il sito per l’acquisto) oppure 10 euro direttamente in cassa (necessaria tessera ARCI).
di Riccardo Magni
foto Emanuela Mereu
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