LEMANDORLE IN LA PIZZA IL POP LA MUSICA ELETTRINICA:
Che cos’è un album se non un pezzo di vita?
“In La pizza il pop la musica elettronica ci sono almeno tre anni della mia vita e di quella di Gianluca ma forse, a pensarci bene, molti di più.”
Così esordisce Marco “LEMANDORLE” Lombardo circa l’uscita del primo album avvenuta il 25 gennaio per SONY/INRI.
L’album è composto da frammenti di realtà vissuta, un po’ di malinconia e un inconfondibile amore viscerale per l’arte; ritroviamo una smodata ricerca d’identità che concerne la musica ma non solo: nessuno potrà resistere all’irrefrenabile desiderio di ballare e lasciarsi trasportare liberamente verso una leggerezza tanto agognata quanto raggiunta. LEMANDORLE però non sono solo luce ma anche ombre costruite su impalcature fatte di solitudine, pezzi di sé abbandonati sull’asfalto, relazioni compromesse. Le regole esistono perché esistono le eccezioni, e LA PIZZA IL POP LA MUSICA ELETTRONICA è una splendida eccezione con la quale ballare e riflettere.
“Chi l’ha detto che bisogna scegliere da che parte stare quando fai musica?” A LEMANDORLE non piacciono le etichette, perché gli artisti non sono cibi preconfezionati da comprare comodamente al Discount. L’arte vive e mastica contraddizioni ma specialmente contaminazioni e Marco Lombardo e Gianluca Servetti lo sanno bene: dj, cantautori e produttori allo stesso tempo decidono di non scegliere una cosa o l’altra, decidono di essere tutto questo, e a noi piace così!
La prima traccia dell’album porta il nome dell’intero progetto discografico, ovvero La pizza il pop la musica elettronica, gli “ingredienti” che hanno ispirato il brano sono John Talabot, Franco Battiato, Kanye West, The Knife, Frank Ocean, definendolo da LEMANDORLE “un piccolo manifesto programmatico.”
Difatti, essendo la prima traccia, diviene inconsciamente -ma non troppo- la sintesi di un universo che verrà svelato passo per volta, traccia dopo traccia. Un groove morbido e pulsante in cui si innestano chop vocali, poliritmi, synth percussivi e linee vocali circolari diventano la ricetta vincente; la malinconia e l’ossessione fanno da colonne portanti di un viaggio ai confini dell’elettronica all’interno del clubbing più contemporaneo.
Ti amo il venerdì sera, brano d’esordio e traccia maggiormente conosciuta del duo, ha collezionato nel tempo ben quattro milioni di ascolti su Spotify. Potrebbe definirsi una polaroid che immortala a tradimento le nuove generazioni senza filtri, nude e crude, esattamente così come sono.
Baciami è caratterizzata dalla presenza perfettamente combaciante di Francesco De Leo, un ritmo spezzato e atmosfera wave: “Baciami” è un viaggio immaginario negli anni ottanta vissuti al Sud Italia.
Brani come Le 4 divengono, in un panorama di classicismi, delle ballad atipiche composte da diverse contaminazioni interessanti come le influenze r&b e funk. La consapevolezza della fine di un amore necessita il bisogno viscerale di andare oltre. Le 4 racconta l’importanza nel saper chiudere delle porte dolorose.
Da sola feat Manitoba trae spunti interessanti da Phoenix, Fleetwood Mac, e Lucio Dalla. È il singolo di lancio del disco. Un duetto in compagnia di Giorgia Rossi Monti dei Manitoba diviene un brano da cantare a squarciagola che parla di indipendenza femminile.
Gelato colorato è composto da riverberi balearici e la versione migliore della vaporwave in un brano ipnotico ad effetto calamita. A far da padrona questa volta è un’amara ironia persistente.
Avanguardia pura sono i Daft Punk con Kornél Kovàcs, Lcd Soundsystem, e Dekmantel Soundsystem: un calderone esplosivo. L’esperimento sono tre tracce, tre atmosfere, un’unica suite pensata per il dancefloor. Avanguardia pura è alcol nel cuore della notte, al centro del club. Sono video sfocati e flussi liberi di mancati frammenti di coscienza abbandonati chissà dove.
L’ultima traccia si intitola Le astronavi (feat Gente). È certamente il brano più introspettivo del disco; quando le luci si stanno per accendere ma c’è ancora tempo per un’ultima traccia da consumare in pista vi è un palcoscenico di volti spauriti, spaesati, maschere sciolte alle prime luci dell’alba, il desiderio di non restare soli o forse la sola voglia di ballare ancora un po’.
Ascolta qui l’album
Giorgia Groccia
What do you think?