Ieri – sabato 13 aprile – Leo Pari ha infiammato la Galleria 19 di Napoli con il concerto del “Twingo Tour”, accompagnato da ITristi in consolle.
Breve ma molto intenso il live di Leo Pari, per circa un’oretta le potenti casse della Galleria 19 in pieno centro storico a Napoli hanno sparato a mille la sua musica facendo ballare senza sosta i fan nel parterre.
L’artista romano non è “soltanto” tastierista dei Thegiornalisti, alle spalle ha già una lunga carriera durante la quale ha cambiato spesso volto, partendo da una sorta di rap, passando per cantautorato e pop moderno, fino ad arrivare ad Hotel Califano, l’ultimo album in studio che segna la sua svolta elettronica.
Leo si fa attendere un po’, ma ne vale la pena: un boato accoglie il suo ingresso in scena con tanto di occhiali da sole e t-shirt, mentre partono subito le note della title track: “Welcome to Hotel Califano!”, questo il biglietto da visita del poliedrico artista, il concerto può finalmente avere inizio. Si prosegue con Montepulciano, brano scritto con la collaborazione del suo amico Tommaso Paradiso: “Stiamo flyando alto!”, questo il grido di battaglia che accomuna tutti i presenti in sala. Sin dalle primissime battute si può apprezzare quanto Leo riesca a coinvolgere il pubblico con il suo carisma. “Il prossimo pezzo parla di Napoli…”, così il cantautore romano introduce Chimica: “Chiamami Torquato Tasso Alcolico, dentro questo appartamento al Vomero”, chiaro il riferimento al celebre quartiere del capoluogo campano. Leo è in formissima, nonostante il tour de force con i Thegiornalisti che lo ha visto protagonista giovedì e venerdì a Roma e che lo vedrà impegnato questa sera a Milano.
“Come si fa a vivere la vita senza modernità?”, è così che si apre il travolgente ritornello di una delle tracce più riuscite del nuovo album, Giovani playboy. L’artista romano non rinuncia neanche ad un solo passo del “Toppeiro”, l’ormai famigerato ballo che esegue in tour con Paradiso & co. durante Felicità puttana. Il live è incentrato quasi completamente sull’ultimo lavoro discografico, ma in scaletta sono previsti anche un paio di brani appartenenti a Spazio remixati in chiave più elettronica: “Bacia brucia ama usa” ed “I piccoli segreti degli uomini” rappresentano certamente le parentesi più felici di quel progetto. A questo punto, giunti quasi al termine del concerto, Leo invita il pubblico ad avvicinarsi ancor di più al palco per il grandissimo finale. È ormai noto il suo gioco di parole con la lettera Y, al punto che i fan gli hanno anche attribuito il soprannome Dyo, e così che Dirti ti amo diventa Dirty ti amo, assumendo un significato totalmente diverso: “Vorrei dirty ti amo anche se non è vero”.
L’epilogo del live è affidato a Mina, altra hit che rivolge lo sguardo agli anni novanta tanto cari al cantautore romano. Il concerto sembra apparentemente essersi concluso, con Leo che abbandona il palcoscenico insieme al suo dj ITristi, ma ecco che dopo qualche istante i due riconquistano la scena per il richiestissimo bis di Venerdì.
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