Mi sorprende sempre molto quando incontro artisti come Mani. Sarà un pregiudizio (e probabilmente lo è), ma noto come i cantautori siano sempre meno restii delle cantautrici a mostrarsi fragili, non tristi, proprio fragili. C’è una differenza enorme tra le due cose: essere tristi non ti tange, non ti distrugge, al massimo ti turba, essere fragili significa essere in costante pericolo, ogni persona o ogni conoscenza potrà essere fatale, e chi è fragile lo sa. Ci vuole anche un bel coraggio a dichiararsi fragili, come ad ammettere davanti al mondo intero che siamo bombe ad orologeria (e quindi, nella categoria dei fragili mi ci metto anche io), come a dire a tutti “Siate cauti con me, potrei stare male, non siate burrascosi. Ogni mia reazione è esagerata per voi, ogni cosa che mi dite risuona dentro di me come un uragano, provo la gioia più totale che voi non avete neanche idea di cosa sia, ma allo stesso tempo so affondare nel dolore più profondo che voi non conoscerete mai”. Le persone fragili sono arroganti, sfacciate, superbe, perchè sanno di sentire più di tutti gli altri, ma appena sbattono contro la maniglia di una porta, si frantumano in mille pezzi.
Mani, nel suo album di debutto Non cresciamo mai, offre una sorta di manifesto unico per tutti noi che viviamo questa condizione tutti i giorni, e io, lo ripeto, davvero raramente ho avuto modo di ritrovarmi così bene in un disco. Mani, al secolo Marco Feliciani, si pone con l’ascoltatore in modo dannatamente sincero ponendosi grandissimi, banali quanto complessi, interrogativi come come l’affronto? Spesso i cantautori, maledetti loro, si perdono nelle vie più astruse dell’emotività, parlandoci di situazioni che abbiamo visto solo nei film, ma Mani ci porta nei monolocali, nelle quarantene che non sono passate al cinema, nell’amore più comune di provincia: un mondo conosciuto, raccontato con poesia, così bene che è facile riconoscersi, così bene da essere quasi stucchevole, così bene da risultare incredibile come nessuno sia mai stato così sinceramente banale.
E banale non è affatto una cosa brutta in questo caso. In questo disco ci sono le mattine più tenui, gli amori fatti di quotidianità e routine, i sentimenti che abbiamo confessato ai nostri diari, le canzoni che abbiamo origliato provenire dalla camera del nostro coinquilino. Non cresciamo mai è un’autobiografia musicale senza filtri, una delicatezza immersiva di chi svela completamente il suo mondo in un monolocale, quello di Mani, una nuova storia contenuta in una vecchia Moleskine. Un mondo a tinte tenui, di una delicatezza, una fragilità, tangibile, in cui è bellissimo ritrovarsi a vivere. Si può fare pop anche così, ed è bellissimo.
Marco Feliciani, in arte Mani, è un cantautore nato nel 1999 in Ancona.
Si avvicina alla musica già da piccolino grazie al padre e alla zia che lo spronano a prendere lezioni di canto. Si diploma al Liceo Musicale C. Rinaldini di Ancona nel 2018, dove inizia a scrivere le proprie canzoni. Frequenta l’accademia di canto SOM a Prato e successivamente si trasferisce a Milano per studiare all’accademia di musica NAM. Apre concerti di diversi artisti, prende parte a numerosi eventi e partecipa a dei programmi televisivi. In seguito si esibisce in alcuni locali facendo ascoltare la propria musica e, anche, lungo le vie milanesi come artista di strada. Nel 2019 pubblica sulle piattaforme digitali il suo primo singolo da cantautore, “Pesce Rosso”, registrato al SAE di Milano da Riccardo Vitali e accompagnato da Nicola Marconi, Daniele Marconi, Zeno Le Moglie e Francesco Taucci; correlato col videoclip di Megan Stancanelli. L’anno successivo, con la stessa produzione, pubblica altri due singoli: “Come l’affronto?” e “Non è stato facile”. A causa della pandemia, torna nelle Marche dove inizia a frequentare l’Università di Macerata.
Nel 2021 inizia a registrare il suo primo disco con la NuFabric e lo Studio Rec106 con la produzione di Ludovico Bartolozzi, Stefano Luciani, Riccardo Vitali, Nicola Marconi, Marco Sbarbati e Giacomo Pratelli. Presenta il disco in uscita con i due singoli “Non cresciamo mai” e “Cappotto”, correlato con i videoclip di Letizia Castellano.
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