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Martina Vinci e la sua “cielo di Londra” – Leggi l’intervista

“cielo di Londra”, una canzone intima e autobiografica, d0ve vive la possibilità di rimettere in discussione tutto e di rileggere il passato in modo nuovo, di trovare il sole dove tutti ti dicono con certezza che non ci sarà.

Si intitola “cielo di Londra” il singolo di Martina Vinci, disponibile dal 13 maggio 2022 su tutte le piattaforme streaming e già inserito nella raccolta di Musicultura 2022. Il brano è stato scritto e composto da Martina, con la produzione della stessa e di Ginevra Nervi, Add/Mix/Master di Gianmarco Grande, distribuito da The Orchard, edito da Edizioni Curci.

Loop station, synth ed effetti vocali, manovrati sapientemente dall’artista, creano suoni che si muovono in uno spazio avvincente e avvolgente. L’amalgama finale la mette la voce, che, da poco più che sussurrata, cresce d’intensità e interpretazione creando nel ritornello il momento di massima attesa. Un testo mai banale, racconta una dimensione intima, sottolineando i punti deboli dell’essere diventata adulta attraverso i suoi nonostante.

Intervista.

Ciao Martina! Scrivi musica sin da quando eri giovanissima ma ricordi il momento in cui hai detto a te stessa: questa è la strada giusta per me?

Non credo di averlo scelto o aver avuto una qualche presa di coscienza, semplicemente a un certo punto c’è stato uno scatto. Sono passata dallo scrivere cose che lasciavo sempre a metà, o che buttavo via insoddisfatta, al portarle a termine decidendo di condividerle, non tenendole più per me. Di mezzo c’è stato un periodo molto difficile e credo che la musica in quel momento sia stata l’interlocutore di cui avevo bisogno, qualcuno che mi ascoltasse senza soltanto limitarsi a vomitarmi addosso le sue frustrazioni e poi sparire. Avevo bisogno di qualcuno che restasse. 

Tutti quei testi scritti da bambina hanno sicuramente formato la Martina di ora, sia personalmente che artisticamente. Quelle tue creazioni, oggi, hanno ripreso una luce nuova ? E cosa diresti a quella bambina di qualche anno fa? 

Le direi di prendere tutto più alla leggera, che andrà meglio, che è bellissima così com’è. Ci sarà tempo per pensare allo sguardo degli altri. Le direi anche che butterà via ancora tantissime parole, canzoni e idee, ma a un certo punto deciderà che qualcuna di esse varrà la pena di quel tempo, di quella testardaggine e di quel marcio che le farà da carburante a vita. 

“cielo di Londra” è una canzone così intima e autobiografica. C’è stato un evento in particolare che ti ha portato a dar luce ad un brano così intenso?

“cielo di Londra” è nata al ritorno da un viaggio londinese dove tutto quello che poteva andare storto, finì ancora peggio. Da lì mi dissi di non cercare più le canzoni, ma di raccontare solo quello che avevo bisogno di tirare fuori, senza forzarmi. Avevo una nota scritta sul telefono: “c’è il sole anche qui, sul cielo di Londra”, scritta una mattina in cui passeggiavo per la città e c’era incredibilmente quasi sempre bel tempo. Tornata a casa la canzone arrivò nel giro di pochissimo.  

Celebri il sole, la speranza, l’arrivo di un qualcosa di bello dopo un periodo buio. Sei riuscita a sorridere nuovamente a quel sole? E come sei uscita da quel periodo?

Sorrisi ammaccati qua e là, terapia (anche quella fatta con le canzoni vale, ma non solo!), città nuova e connessione con me stessa istante per istante. 

E invece un equilibrio con questa vita che definisci ” essere stronza e anche troppo educata” l’hai raggiunto?

Facciamo castelli di sabbia per il gusto di distruggerli e ricominciare no? Ecco, per sentirmi in equilibrio forse ho bisogno di perderlo e ritrovarlo chissà quante volte ancora.

Credi che i nostri punti deboli siano in realtà i nostri più grandi pregi?

Se impariamo ad amarli sì. Forse è il lavoro di una vita. Io ogni giorno mi vedo diversa, mi penso diversa, mi giudico o mi accetto, mi voglio bene o mi detesto. È un percorso a ostacoli con la benda sugli occhi, qualche spigolo prima o poi lo colpisci per forza.

Chi sono le tue ispirazioni più grandi?

Amo la profondità e l’autenticità ovunque la trovo. Può essere la frase di un libro o una voce pregna di vita a un concerto, la scena di un film d’animazione o l’amica che a cena si sbottona raccontandoti parti di sé che aveva accuratamente conservato fino a quel momento. Spero nel mio piccolo di riuscire sempre a mantenermi fedele a me, anche se significa ammettere qualcosa di difficile, fare un taglio netto o (af)fidarsi.

 

Biografia. 

Genovese, Martina Vinci inizia a scrivere canzoni da giovanissima. Nel 2011 vince ADMultifestival, l’anno seguente prima e nel 2017 poi, si aggiudica due borse di studio per il CET di Mogol. Tra i premi che Martina mette in bacheca ci sono anche il premio Max Parodi nel 2015 e il Premio Zona nel 2017. Nel 2014 è co-fondatrice di UGA, Unione Giovani Artisti, con cui si impegna a promuovere l’arte emergente a Genova fino al 2018. Non mancano le esperienze live come l’apertura dei concerti di Dimartino, Pop X, Emanuele Dabbono, Carmen Consli, Max Gazzé e Daniele Silvestri, solo per citarne alcuni. Proprio in apertura a questi ultimi tre, nell’edizione 2017 di Collisioni Festival, l’artista genovese inaugura la nuova formazione elettroacustica. A ottobre 2017 entra a far parte del roster degli autori di Edizioni Curci. A marzo del 2018 riceve un video direttamente da Fiona Apple, che risponde entusiasta al flashmob in metropolitana a lei dedicato sulle note di “Hot Knife”. Nel maggio 2018 prende parte al disco di beneficenza “Cantautori per Amatrice”, candidato al Premio Tenco, i cui ricavati vengono devoluti alla realizzazione di progetti per la città di Amatrice. Martina sta attualmente lavorando al suo disco d’esordio, affiancata alle produzioni elettroniche da Ginevra Nervi. “cielo di Londra” sarà il primo singolo estratto dall’album, scelto fra i brani finalisti di Musicultura nell’edizione in corso.

 

 

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