Il nostro Lorenzo Scuotto ha avuto l’occasione di intervistare Masamasa che ci ha raccontato un po’ del suo progetto. Ma chi è Masamasa? artista nato e cresciuto in Campania, laureato in Germania e ora stabilito a Milano, Masamasa, nome d’arte di Federico De Nicola, è un giovane ventenne con un approccio alla musica sin dall’età di dodici anni. Già all’attivo un EP dal nome Ostbahnof e due singoli rilasciati a inizio 2018, Friendly e Contento, con cui ha ottenuto ottimi riscontri dal pubblico e dalla critica, raggiungendo fino alla top 5 nella playlist Viral 50 Italia su Spotify. Il tutto rilasciato e prodotto assieme al suo conterraneo producer simoo. Il 2018 sarà l’anno in cui il giovane emergente butterà le basi per raggiungere il suo obiettivo: diventare un nuovo punto di riferimento nella scena rap italiana.
Ecco l’intervista:
Ciao Federico, non posso non iniziare quest’intervista chiedendoti perché hai scelto l’appellativo Masamasa: ha un significato particolare?
L’appellativo Masamasa ha una storia un po’ lunga, composta da vari passaggi. Da bambino ero abbastanza vivace, mi piaceva creare scompiglio, e così la maestra decise di chiamarmi Masaniello (nome di un rivoluzionario, usato dalle mie parti per definire persone vivaci). Ovviamente, essendo un nome lungo, i miei amici lo abbreviavano in Masa, che è stato il mio primo nome d’arte. Era però molto difficile farsi riuscire a trovare online un nome di quattro lettere, quindi ho deciso di raddoppiare per un puro fatto logistico.
Sei giovanissimo, quindi la prossima domanda riguarda soltanto pochi annetti fa: in che modo ti sei avvicinato alla musica?
Fin da piccolo sono entrato in contatto con gli strumenti e con la musica in generale. Mio padre suonava il sax e strimpellava la chitarra, avevo quindi degli strumenti musicali in casa, questo ha senza dubbio aiutato moltissimo. Ho studiato prima chitarra, poi tromba, poi piano, per rendermi conto che infine la mia strada era il rap.
Sei originario di Caserta e quindi fai automaticamente parte della cosiddetta scena campana. Cosa ne pensi del fenomeno Liberato?
Mi piace. Non impazzisco tanto da risentirlo frequentemente ma seguo con attenzione il fenomeno. Trovo che a differenza di tanti progetti con grande seguito, ci sia qualità ed esperienza di fondo.
Nel tuo singolo “Contento” le chitarre sono state suonate dal tuo conterraneo Maiole. Com’è nato questo tipo di collaborazione?
Io e Marco Maiole ci siamo conosciuti grazie a Peermusic, che è il nostro editore. Avevo sentito parlare di lui ma non mi aspettavo la mutazione verso il cantato. Tinder mi aveva colpito molto ed ero curioso di vedere cosa potevamo combinare insieme. Il primo giorno creammo un brano che non credo vedrà mai luce, era carino ma “mancava il sale”. Un giorno Marco mi ha invitato a collaborare su un nuovo brano. Mi passò un link su Facebbok, io ero a casa da solo, ho acceso la scheda vecchissima e il microfono da 100 euro e ho registrato un provino in cameretta. Era evidente che il pezzo funzionava, è così che è nata la nostra collaborazione per Cose Pese.
Cose pese è uscita per Peermusic
Ad un certo punto hai deciso di trasferirti a Berlino, la capitale dell’elettronica. È stata una tappa fondamentale per la tua scrittura?
Assolutamente! Non solo per la scrittura, anche per il gusto sulle produzioni, che ho rinfrescato tantissimo grazie a Berlino. Senza Berlino e senza tutte le esperienze che mi ha dato sarei completamente diverso.
Rap e indie viaggiano ormai a braccetto, senti di essere a pieno titolo un esponente di questa nuova corrente “street pop”?
Non saprei dirti davvero, come a tanti altri artisti non mi piacciono le classificazioni, non mi piace che la gente pensi che non possa fare tanto altro. Però è anche vero che non riesco ad ascoltare la maggior parte della musica che esce in Italia, mi annoia, mentre lo “street pop” italiano mi piace davvero.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento nel rap? Qual è, invece, il tuo pensiero in merito alla musica trap?
Nel rap mondiale: Goldlink, Chance the rapper, Smino, Kanye West, Ty Dolla $ign e Pharrell.
Nel rap italiano: Dargen D’Amico, Frah quintale, Dutch Nazari, Ghemon, Mecna, Gemello e pochi altri.
Comunque, non ho ancora ben capito la differenza tra rap e trap. Ma se per trap si intende suoni grezzi e rime semplicissime, mi piace. Per la maggior parte del tempo ascolto musica riflessiva e piena di contenuti, ogni tanto mi piace svagare. Ovviamente nella scena di oggi c’è un ripetersi di cose senza colore personale, in quel caso skip netto in cinque secondi.
Ultima domanda prima di salutarci: che cosa vuoi fare grande? Quali sono gli obiettivi che ti sei posto?
Da grande voglio continuare a fare quello che sto facendo, voglio portarlo ad un livello successivo. La musica ad oggi inizia ad essere il mio lavoro e spero lo sarà ancora per molto. Non escludo però che possa eccellere in altri campi: mi piacerebbe investire nella compravendita di immobili, o perché no, in una scuderia di corse automobilistiche. Insomma, non mi vedo senza idee da qui a 30 anni.
Siete curiosi di vederlo dal vivo? Appuntamento all’Eleva Festival l’8 Settembre: per maggiori info clicca qui
What do you think?