Fuori da venerdì 24 maggio 2024 il nuovo singolo di Meri Lu Jacket, intitolato “Can’t Control Myself”. Meri Lu Jacket è una cantante, compositrice e musicista che si distingue per uno stile unico e personale. Le sue esibizioni sono apprezzate per l’energia e la capacità di mescolare diversi stili musicali. Il percorso musicale di Meri Lu Jacket ha avuto un inizio promettente con il suo primo singolo, “Suitcase”, lanciato a febbraio e promosso al “The Camden Club” di Londra. Successivamente, si è esibita per Sofar Sounds Sofia, dove ha suonato in esclusiva la versione acustica di “Can’t Control Myself”, disponibile live su YouTube. Ha poi partecipato al St John’s Contest di San Giovanni alla Vena, nel comune di Vicopisano, dove ha ottenuto il primo posto su 24 band selezionate tra le 100 iscritte.
“Can’t Control Myself”, il suo secondo singolo, esplora le difficoltà delle relazioni complicate, in cui entrambe le parti sanno che è finita ma rimangono legate ai sentimenti iniziali. Questa canzone riflette l’intensità emotiva che caratterizza il lavoro di Meri Lu Jacket. Il brano è stato prodotto dalla Firstline Records di Alex Marton, con le chitarre suonate da Filippo Scandroglio. Meri Lu Jacket non si ferma mai: quest’anno ha intrapreso anche il Cammino di Santiago e, in ogni posto dove trovava una chitarra acustica, si esibiva in mezzo ai pellegrini di tutto il mondo. La sua passione, oltre alla musica, è viaggiare, e con la sua chitarra esplora continuamente nuovi posti, cercando la sua audience senza contare troppo sui social media, proprio come facevano i Rolling Stones negli anni ’60.
Ne abbiamo parlato con lei:
Chi è Meri Lu Jacket nella musica e chi è invece nella vita di tutti i giorni?
Sul palco mi sento davvero a mio agio, come se fossi a cena con amici. Non c’è nulla di costruito o artificiale, tutto è semplice e autentico. La semplicità è una parte fondamentale di chi sono e credo che il pubblico lo percepisca. Meri Lu Jacket e Meri sono la stessa persona: non c’è alcun alter ego, almeno per ora. Che io sia sul palco o nella vita di tutti i giorni, porto sempre con me la stessa energia positiva, passione e semplicità. Questo approccio genuino mi aiuta a connettermi con il pubblico in modo naturale e a creare un legame più forte e autentico con i miei fan.
Quest’anno hai intrapreso il cammino di Santiago. In che modo questa esperienza ha influito sulla tua persona e sulla tua musica?
Il cammino di Santiago mi ha insegnato che non si può avere tutto subito e che è importante rallentare e seguire il proprio ritmo. Nella vita siamo sempre di corsa e spesso ignoriamo i segnali che il nostro corpo ci manda. Ho imparato a fermarmi quando necessario, a essere paziente e a non voler fare tutto in fretta. Il tempo è prezioso e dovremmo ascoltarlo e prendercene cura. Questa lezione ha influenzato anche il mio approccio alla musica. Non mi affretto a far uscire una canzone se non è pronta, e se non c’è un concerto va bene così. Se il feedback non è positivo, non mi abbatto. Tutto avviene in modo rilassato e sano, perché credo che solo così si possa creare qualcosa di autentico e duraturo.
Che cosa significa fare musica in un’epoca in cui tutto sembra ruotare attorno ai social media?
Per me è stato molto difficile. Sono certa che se fossi nata negli anni ’50 o ’60, sarei stata una leggenda, quasi come Janis Joplin, o forse saremmo state grandi amiche. I social media hanno i loro lati positivi, ma oggi gli artisti si trovano a dover gestire una miriade di attività: video, foto, contenuti per Bandsintown, Instagram, Facebook, TikTok, Twitter, press, Spotify, Deezer… Troppe cose! E la giornata ha solo 24 ore, di cui otto le passiamo dormendo. Il tempo rimanente non è sufficiente per godersi una passeggiata, fare l’amore, osservare il vuoto, ammirare il tramonto o le onde del mare, e connettersi con se stessi per aprire le porte alla creatività. Quindi, lotto spesso con i social media e cerco sempre di mantenere un contatto fisico e reale con le persone, piuttosto che cercarle attraverso uno schermo. Credo fermamente che il contatto umano diretto sia insostituibile e fondamentale per la mia ispirazione artistica.
Ci sono degli elementi ricorrenti nei tuoi brani? Quali sono e come si manifestano nel brano “Can’t control myself”?
“Can’t Control Myself” racconta la storia di due persone legate da un sentimento iniziale che, però, non riescono ad essere sinceri l’uno con l’altro e non riescono a chiudere la loro relazione. Continuano a fingere che vada tutto bene, ma finiscono per cercare altre tentazioni e nuove relazioni. Questo problema è molto comune. Come dice John Lennon, “l’amore è una pianta: se non viene annaffiato, non cresce.” E spesso è proprio ciò che accade nelle relazioni. Devo precisare che questa canzone non parla di me. È una storia su una storia. Ho voluto raccontare una situazione che molti potrebbero riconoscere, evidenziando quanto sia importante la sincerità e la cura reciproca in una relazione per evitare che si arrivi a cercare altrove ciò che manca.
Come continuerà il tuo 2024?
Conoscere, suonare e scrivere nuove canzoni.
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