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É disponibile da giovedì 23 gennaio 2025 il singolo di debutto di MOMI, alter ego musicale della cantante Monica Commisso: un brano dal titolo “Tiare“, in distribuzione Believe Music Italy. Il brano è il capitolo iniziale di un percorso che attraverserà tutto il 2025, personale ed intenso, a tinte scure. Scritto in friulano, “Tiare” esplora il legame profondo con la propria terra d’origine, tra forza, paura e cambiamento. Un dialogo intimo che celebra la resilienza e il valore del tempo nel definire chi siamo. Per farsi conoscere, con il suo personalissimo pop d’autore elegante e contaminato di influenze e suggestioni, MOMI inizia proprio da casa sua.
L’abbiamo intervistata, riguardo questo nuovo inizio che va contro ogni regola di mercato, di una bellezza che ci ha conquistato sin dal primo ascolto. Ed ecco che cosa ci ha raccontato proprio lei, Monica, che da oggi è anche MOMI.
1. Cosa significa “Tiare” e quale personalissimo significato attribuisci a questa parola, del dialetto friulano, che ti ha fatto scrivere una canzone, la tua prima canzone, a riguardo?
“Tiare” significa “Terra” in friulano ed è per me sinonimo di casa. Il brano infatti è proprio un dialogo intimo con la mia terra, in cui parlo di come il tempo ci trasformi, mantenendo però sempre vivo il legame con ciò che ci ha reso chi siamo.
2. E che connessione e rapporto hai invece con il Friuli, la tua terra e la tua casa? Dove si trova casa tua, oggi?
Sono molto legata al Friuli, è il posto dove sono nata e cresciuta e dove ci sono i miei legami più intimi. Qualche anno fa mi sono trasferita a Milano e da poco mi sono spostata a Roma per una nuova esperienza. Comunque so che, qualsiasi cosa accada, il Friuli rimarrà sempre la mia casa.
3. Fare musica ti ha fatto capire qualcosa in più di te stessa? Cosa? E che cosa hai capito di te (e noi di te) “Tiare”?
Certo, in realtà mi fa capire ogni giorno qualcosa in più di me. Sono rimasta colpita molto che il significato di Tiare sia arrivato anche a persone che non sapevano cosa si dicesse nel testo. Questo fa capire quanto nelle canzoni la sincerità sia più importante di qualsiasi altra cosa.
4. Ti ritrovi in effetti nell’etichetta di “pop d’autore”?
Potrei ritrovarmici, anche se per il momento non me la sento di etichettarmi in un genere. Credo che si possa capire solo con il tempo dove potrei collocarmi meglio, se proprio dovessi farlo.
5. E quali sono le tue impressioni a caldo su Sanremo?
Sul palco ho visto alcuni artisti che si sono confermati grandi professionisti. Quello che è certo è che ormai da molti anni il centro del festival non sono più le canzoni, ma i “personaggi” dei cantanti, anche se ne ho apprezzata qualcuna. È stato bello comunque che il cantautorato sia stato premiato sul podio, potrebbe essere un bel segnale per la nostra scena musicale.
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