É in uscita venerdì 24 maggio 2024 in distribuzione Believe Digital il nuovo singolo del progetto solista di Damon Arabsolgar (attualmente, anche una delle metà dei MOMBAO) dal titolo “Nils“. Un brano in gestazione sin da un’estate lontana, quella del 2016 che Damon ha passato a Milano: un paio di microfoni, uno studio allestito in casa, e l’inizio di quello che sarebbe diventato poi il disco solista di Damon Arabsolgar.
“Nils” nasce in un istante, in una trance di gioia, in un flusso divertente che ha portato Damon a volare leggero in un’altro stato della materia e in cui ho composto, registrato, prodotto e mixato tutto in solitaria, dimenticandomi del resto del mondo, come lo stato di seria e giocosa concentrazione con cui si gioca da bambino. Di fatti: il germoglio di un progetto, di un disco in uscita (di cui abbiamo già ascoltato altri due singoli, “Nitida” e “Erbivoro“), che si rivelerà a distanza di otto anni.
La musica di Damon Arabsolgar si dimostra esser fatta per essere ascoltata al buio, con gli occhi chiusi, e conduce altrove, portandoci dal più microscopico dettaglio ad un volo oltre la stratosfera, laddove l’orizzonte si curva e le cose quotidiane perdono di senso. Le strutture sono sempre imprevedibili eppure non lasciano mai disorientati, accompagnando per mano l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio da cui ci si risveglia diversi, come dopo un lungo sogno rivelatore.
Avevo letto un’intervista di una donna a cui non si era aperto il paracadute, invece che essere presa dal panico, diceva di aver accettato quasi immediatamente il suo destino e di essersi goduta la caduta, sopravvivendo miracolosamente. Qualche scienziato aveva provato a spiegare il miracolo dicendo che la rilassatezza dei muscoli aveva permesso di assorbire l’impatto ma poco importava per me.
Faccio infatti da anni un sogno ricorrente, di colpo, capisco come si fa a volare.
Bisogna volerlo e creare le condizioni affinché avvenga senza però davvero desiderarlo o pensare che la propria felicità dipenda dal suo raggiungimento. Potrebbe capitare che ci si libri in volo, sollevandosi con leggerezza. In quei casi, qualora ce ne si compiaccia o ce ne si renda troppo conto, si ricade lentamente al suolo e nulla può risollevarci se non attendere e sperare che accada nuovamente più avanti.
Nella stessa maniera si cade nella musica, nella trance, nella preghiera, nella meditazione, nella poesia, nell’amore e, in definitiva, nella flusso della vita, quando il tempo sembra cristallizzarsi, fermandosi in un minuscolo istante, rimanendo nella nostra memoria come un’icona del tempo che scorre e da significato a tutto ciò che c’è ora e c’è stato prima.
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Testo: Damon Arabsolgar
Musica: Damon Arabsolgar
Registrato, prodotto e mixato da Damon Arabsolgar
Masterizzato da Giovanni Versari
Batterie aggiuntive: Riccardo Montanari
Un ringraziamento ulteriore a Giacomo Carlone e Dario Pruneddu
Copertina: “Aurora” by Katherine Akey
Foto di Ginevra Battaglia
La copertina è tratta da una serie di lavori in camera oscura di Katherine Akey, artista e amica di stanza a San Francisco, di cui adoro il lavoro e con cui esiste, da anni, uno scambio personale e artistico continuo e stimolante. Sono fotografie analogiche a contatto, fatte con un processo particolare: la carta fotografica è infatti impressa direttamente in camera oscura, illuminata in varie maniere mentre è sommersa negli acidi e sabbie di varie dimensioni rimangono in sospensione a diverse altezze.
Katherine è stata da sempre affascinata dall’Artico, dalle spedizioni di esplorazione e dall’idea di poter, prima o poi, vedere un’aurora boreale. In quegli anni di attesa si era immaginata come potesse essere un’aurora e aveva provato a rappresentarla con queste impressioni a contatto. Il lavoro era rimasto nel cassetto per parecchi anni, fino a quando, per una serie di ragioni, Katherine si è ritrovata davvero nell’Artico, su una vera rompighiaccio.
In quel frangente, una notte, ha finalmente visto un’aurora boreale. Differentemente da come si poteva immaginare, l’esperienza non la colpì poi molto, anzi, sembrava meravigliarla meno dell’idea di aurora boreale che si era fatta nel tempo. Si è così resa conto che il ricordo dell’esperienza reale aveva sovrascritto l’immagine che aveva dentro di sè.
Questa serie di fotogrammi rimane così l’unica traccia di una visione, il ricordo di un’idea, a monito di tutti i mondi e tutta la bellezza che possiamo creare se chiudiamo gli occhi e impariamo a volare.
BIO:
Damon Arabsolgar è poeta, compositore, autore, produttore e performer.
Da piccolo, ha cominciato a scrivere e registrare canzoni su cassette magnetiche e non ha mai smesso, spinto dalla necessità di rimanere da solo con il suo pianoforte per dar voce, in maniera puramente istintiva, alla sua parte più vulnerabile e sincera. Parallelamente alla sua intensa attività live con il duo MOMBAO, negli ultimi sei anni ha segretamente lavorato alla scrittura del suo progetto solista, in cui Damon torna alla sua natura più intima e cantautorale. Decide di usare per la prima volta il suo nome di battesimo solamente ora, per pubblicare del materiale profondamente personale realizzato con un senso di urgenza e bisogno di catarsi.
Le sue canzoni sono oceaniche e siderali, parlano di amore e separazione e nascono come gesti quasi involontari, un’emersione inconsapevole di immagini, come poesie veggenti in grado di dar voce a parti sommerse di sé, prevedere il futuro. Il materiale era basato inizialmente su voce e pianoforte e solo successivamente è stato ampliato insieme al suo produttore, Giacomo Carlone (Abe, Angelica, Dadasutra, Checco Curci, Egokid) introducendo sintetizzatori modulari, prese dirette, batterie, chitarre e arrangiamenti per archi di musica contemporanea, scritti dal compositore Vincenzo Parisi (1° Premio al Concorso di Composizione del Conservatorio Verdi di Milano, il 1° Premio al Concorso Internazionale di Composizione Jorge Peixinho in Portogallo, vincitore della Call For Scores 2021 indetta dalla Collana Discografica 19’40” fondata da Enrico Gabrielli) e suonati dal Trio Cavalazzi (Elisa Toffoli, Dardust)
Le sue influenze spaziano da Patrick Watson a Luigi Tenco, da Andrea Laszlo de Simone ai Radiohead, da Arvo Pärt ai Big Thief, passando per Nils Frahm, Nick Cave, Emma Ruth Rundle, Daniel Blumberg, Tamino, Sparklehorse e i The Microphones. In combinazione con la sua voce, il pianoforte di Damon crea una sorta di intimità, come se fossimo seduti accanto a lui la notte, mentre ci sussurra ballate malinconiche ed esperienze spirituali, catturando l’imperfezione e la vulnerabilità dell’umanità.
Da sempre artista multidisciplinare e poliedrico, nel corso degli ultimi quindici anni, con i suoi progetti paralleli (MOMBAO), ha rilasciato tre LP e quattro EP, suonando in tutta Italia, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Marocco e Russia e calcando alcuni dei più importanti palchi nazionali (Carroponte, BASE, Magnolia, Jazzmi, TPO, Arcellabella) e internazionali (Kino Siska, MENT Festival). Con i MOMBAO ha inoltre anche partecipato all’edizione di X-Factor 2021.
Produce colonne sonore sotto il nome CAVALLIPAZZI insieme a Giacomo Carlone, ed è attualmente artista associato di BASE Milano con cui collabora per progettualità triennali e curatela di una parte di FAROUT, festival di arti performative.
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