Sign up with your email address to be the first to know about new products, VIP offers, blog features & more.
[mc4wp_form id="4890"]
Zapisz Zapisz

“obliquo.”, l’album d’esordio di Stramare – Leggi la recensione

“obliquo.” è l’album d’esordio di Stramare, al secolo Matteo Palazzolo, giovane songwriter piemontese classe 1997, fuori su tutte le piattaforme digitali.

Il nuovo disco di Stramare, “obliquo.”, è fuori ovunque su tutte le piattaforme digitali. Registrato e arrangiato tra il 2018 e il 2019 assieme al geniale polistrumentista milanese Marco Giudici (Halfalib, Any Other, Generic Animal) e anticipato dai singoli “Cantonese”, “T”, “Madonna” e “Vodka Sour”, l’esordio discografico di Stramare esce in streaming e in digital download venerdì 9 settembre 2022, prodotto da Nufabric Records e Foolica, distribuito da The Orchard e con le edizioni musicali a cura di Kobayashi.

Leggi la recensione.

Un “Preludio” e così inizia il tuo ultimo disco, Stramare. Sicuramente ciò che colpisce sin da subito è la ricerca capillare dei suoni che è stata fatta, insieme alla tua voce così interessante che ha qualche nota “vintage”. Mi hai ricordato la musica leggera italiana degli anni 60. “obliquo.” è un disco che racconta tutte le dinamiche della tua quotidianità e tu ce le regali in musica. Ci fai assaggiare un po’ di tuo riso alla “Cantonese” in una giornata piovosa d’autunno. Una storia d’amore che ha lasciato segni e che ritrovi ovunque ti ritrovi dentro una casa vuota. Interessante il campanello tartassante, come se qualcuno stesse li alla porta e ora non c’è più.

Prossimo pezzo? “T”, titolo particolare ma subito ci spieghi qual è il suo significato: il tabaccaio. Il tuo posto fisso per calmare le tue giornate particolari. Non manca il riferimento al tuo paese natale di “ventimila anime” ma che non sono la tua “te”, quella persona che ti ha stravolto tutto. Un  brano che racconta un altro squarcio di giornate e nottate complicate.

“I ragazzi non piangono” è una ballad intensa che arriva così improvvisamente ma non troppo. Anche qui raccontando la tua quotidianità non smetti di sottolineare l’instancabile necessità di questa persona a cui tanto tieni. L’arrangiamento che hai preferito non è invasivo, anzi, fa diventare protagonista il testo in modo molto incisivo. Sembra l’inizio di Stranger Things o di qualche film fantascienza ma invece è semplicemente “Vodka Sour” che si fa strada. Il tuo cantautorato è visionario e sognante, dall’anima soul e da sfumature elettroniche. Sei così particolare e stupendo Stramare. Veramente.

Via con “l’intermezzo” vivo di suoni cittadini e “Madonna” arriva con tutta la sua prepotenza. Un pezzo forte,  quasi ballabile, ma con un testo forte, esplicito.

“Platani”, “La luna e i trenord” e “San Valentino” chiudono il disco.  Hai scritto quest album in casa e durante il trasloco. Devo dirti che anche senza saperlo, l’ho immaginato. Arriva tanto la tua necessità di raccontare una quotidianità non semplice ma fatta di cose semplici. Mi sei arrivato dritto al cuore e consiglio vivamente a tutti di ascoltare questa perla di disco.

Non dico altro per non fare troppi spoiler (perché merita di essere ascoltato) ma credo che basti tutto per capire che sia un DISCO BELLISSIMO! 

Recensione a cura di Andrea Pasqualini.

Biografia. 

Stramare arriva da Ivrea, non è uno pseudonimo o un nome d’arte, ma semplicemente il cognome di sua mamma. Registra la sua voce da sempre, da quando ha scoperto di poterlo fare con un vecchio mp3 che è diventato nel frattempo un piccolo studio, si chiude in camera per anni, intimità e tecnologia, pelle e macchine, la musica lo tira fuori di casa, folgorato dal primissimo indie, viaggia tra cantautori, jazz, J-pop, psichedelia e un amore per il pop “plasticoso” dei primi 2000, vorrebbe essere un crooner ma si guarda intorno e vede solo campi di grano, mucche, pompe di benzine, sampietrini, zone industriali, architettura razionale, e nostalgia olivettiana. Scrive un disco su questo, su ciò che ha intorno e ciò che ha dentro, l’isolamento, i vizi e la decadenza emotiva dell’ultimo scampolo di adolescenza mentre il fiume costeggia gli ecomostri. Non è alla ricerca del bello, non è alla ricerca di niente, o forse, solo al morboso tentativo di trovare una sua “voce”.

No Comments Yet.

What do you think?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *