Doveva succedere prima o poi: l’afa ci dà fastidio, ma poi ci manca, le code in autostrada ci annoiano, ma poi ci sembrava assurdo avere così tanto tempo. Di quest’estate rimpiangerò questa distesa infinita di asfalto che vedo dalla mia finestra, che non avevo mai avuto il tempo di osservare, e ora ne conosco ogni piccola scalfitura e difetto. Di quest’estate mi mancherà tutto il tempo che ho avuto per recuperare vecchie mail, e ormai vecchi dischi (perchè i dischi sono vecchi dopo qualche mese ormai. Non è un mondo buffo quello dove stiamo abitando?) e l’ultimo di questi dischi sarà proprio “Più di così” di Francesco Curci. Un disco che si apre con un invito a vivere tutta la vita come in estate, come quest’estate, come Frank, un cane che non si fa poi tante domande. Il tutto con quell’andamento sfacciatamente pop, che non si nasconde dietro sovrastrutture e chissà quale pretesa di suonare diverso: una canzone pop e malinconica, di quelle che si ballano in spiaggia assorbendole senza capire che in realtà bisognerebbe piangerne, e molto.
Anticipato dai singoli “Come Frank” e “Cattivo ragazzo”, il disco arriva a quasi dieci anni dall’esordio discografico di Francesco Curci, segnando finalmente un passo decisivo nel suo percorso. Cinque tracce attraverso cui racconta una visione personale del mondo maturata negli ultimi due anni, ma in realtà frutto di tutti i dieci anni di musica che si porta alle spalle grazie ai quali è cresciuto artisticamente e che gli permettono, oggi, di presentarsi al pubblico con questa consapevolezza. Una piccola autobiografia musicale di cui è complice anche il produttore Alex Marton che mi ha fatto compagnia in questa sera silenziosa, e che è un vero e proprio ventaglio di generi ed influenze, musicali, letterarie e inevitabilmente pulp. Francesco Curci è un David Bowie nostrano che scava, sperimenta, e se ne frega di chiunque.
Fatevi questo regalo, ascoltatevi questo disco per porre fine ufficialmente a quest’estate così assurda e silenziosa, e tutta quella musica allegra che ascoltavate fino a ieri, ora diventerà la più autunnale che possiamo immaginare, e il passaggio sta proprio qui, in “Più di così“, che vive in un perfetto equilibrio come può essere solo un primo di settembre.
CR
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