Un viaggio hip hop tra i dannati dell’Inferno.
Recensione a cura di Davide Lucarelli
Non sono più di moda i concept album. Non sono di moda soprattutto nella scena hip hop, in cui ormai la strada è quella di sfornare singoli a ripetizione. C’è una bella base, ci scrivo sopra qualche barra sul mio mood di giornata e la buttiamo fuori. Questa, con poche eccezioni è la via scelta di solito. Murubutu, però, è sempre stato un outsider di questa scena. Uno che usa il linguaggio della strada per parlare di temi sradicati dalla strada. Uno che unisce il suono della cultura street ai temi della cultura letteraria. Uno che fa del rap, il rhythm and poetry.
Infernum nasce dalla collaborazione con Claver Gold. E’, in effetti, un album ambizioso. Si propone di ripercorrere le orme di Dante e Virgilio nella terra dei dannati per raccontare sentimenti e vicende terrene immutate nel nostro tempo e nella nostra società.
Il racconto si apre con Selva Oscura, un beat oscuro e ossessivo accompagna gli originali versi danteschi della Prima Cantica della Divina Commedia. “Considerate la vostra semenza/fatti non foste a viver come bruti/ma per seguir virtute e canoscenza” è il pensiero di Dante, è il pensiero di Murubutu e Claver Gold. Davide Shorty accompagna i nostri nell’Antinferno, nel regno degli ignavi, “musica triste senza note, anime nude senza nome”. E’ poi Caronte, assurto a demone guida, a far entrare corpo e anima dei novelli esploratori in un’altra vita, diversa dalla quella terrena rifiutata.
Con Minosse camminiamo tra le inquiete anime in attesa di giudizio con una lacrima mista di biasimo e compassione sul corpo vitreo, prima di scendere tra i lussuriosi. E’ qui che troviamo Paolo e Francesca e la voce di Giuliano Palma che ci accompagna nel ritornello, un ritornello che abbandona l’hip hop e dà al brano un suono proprio, un suono innaturale nell’album, come ci pare innaturale riconoscere una storia d’amore vero nella profondità dell’inferno.
La storia del suicida Pier ci trafigge poi il cuore a metà strada in questo viaggio ultraterreno, prima di conoscere gli spaventosi Malebranche, gruppo di demoni deputati a tormentare i fraudolenti e i barattieri. E’ a questo girone che Claver Gold e Murubutu ritengono siano destinati molti loro colleghi, quelli che lo fanno per moda […] nel lusso di quei piaceri dove la foga li affoga, quelli che non temono il lutto, saranno ricchi per sempre. Proseguiamo il viaggio incontrando Ulisse, dannato per hybris, ma dalla vita meravigliosamente avventurosa. Ormai nelle profondità degli inferi troviamo la storia della spietata ed egoista prostituta Taide prima di giungere, al cospetto di quello che fu il più bello degli angeli ed ora è l’essere ripugnante che presiede l’intero inferno, circondato dai traditori, Lucifero. Così si conclude il viaggio di Murubutu e Claver Gold, tornando alla vita del Chiaro Mondo con l’anima ferita dall’inferno.
Infernum è un progetto ambizioso e ben riuscito. E’ un album coeso che racconta una storia che tutti conosciamo in una maniera nuova. E’ uno dei pochi album che condivide una caratteristica peculiare dei libri e delle serie TV: una volta terminata una traccia nasce la curiosità di sapere cosa viene dopo, di scoprire qual è il prossimo capitolo e di sentire come viene raccontato.
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