Recensione a cura di Giorgia Groccia
L’EP d’esordio del cantautore piemontese Filippo D’Erasmo si intitola Canzoni part time. Cinque tracce che raccontano di un periodo in cui Filippo si è trovato a vivere la sua vita appunto part time: il lavoro, la musica, la propria relazione e quella sensazione di essere sempre diviso tra due poli.
Milano, Ilaria e la Nebbia è la traccia che apre l’EP e ci catapulta subito nel vivo dell’EP. Il brano è ricco di atmosfere urbane, dejavù, spazi interni ed esterni che ricordano di una lei. Il ritornello esplode in modo liberatorio e catartico.
Anna è un pezzo innocente ed erotico al tempo stesso. All’azione raccontata nelle strofe si contrappone la dimensione astratta del ritornello, passando attraverso l’onirico dello special. Un pezzo in cui le chitarre morbide della strofa si abbracciano ai sintetizzatori densi del ritornello e a quelli fluo del bridge. Questo ibrido tra sonorità acustiche e strumenti elettronici è un po’ la scommessa che il cantautore vuole portare avanti nel disco e anche nella dimensione live.
Zion Shaver è la vera chicca dell’intero EP, il brano racconta di una storia vera, quella di questo ragazzo americano, a cui da bambino vengono amputate le gambe in seguito ad una malformazione. Il bambino viene abbandonato, passa da una famiglia all’altra, fino a che riesce a trovarne una che lo accoglie. Insomma, un giorno gli capita tra le mani un libro di una persona affetta dal suo stesso handicap che era riuscito a fare cose incredibili, decide di tirare fuori gli attributi e seguire la sua strada. Così inizia ad allenarsi nella disciplina della lotta libera e diventa campione della sua scuola superiore, competendo con i compagni privi di handicap. Una storia di rivalsa sociale che ci insegna molto.
Non mancano di certe le donne come muse ispiratrici del lavoro di Filippo D’erasmo, la penultima traccia dell’EP ha un titolo che è difficile dimenticare come del resto tutto il brano che entra facilmente in testa, Monica sulla spiaggia di Follonica e ci sembra già di essere al mare negli anni ’80. Ci sono i sintetizzatori e le batterie elettroniche, il pezzo è quindi contaminato: intrecci di violini su un groove di batteria elettronica.
L’EP si chiude con Norimberga, canzone scritta durante un viaggio in treno in Baviera, pezzo viscerale, sincero e terapeutico, rappresenta anche a livello di suono l’anello tra quello che Filippo D’erasmo faceva nella sua band precedente e quello che fa ora nel suo progetto solista.
Canzoni Part-Time riesce a conquistare l’ascoltatore facilmente perché ogni pezzo racconta di storie comuni che almeno una volta nella vita ognuno di noi ha vissuto in prima persona o ha visto succedere intorno a sé. Filippo dimostra anche di non essere un cantautore legato soltanto ai classici schemi della canzone ma capace di spaziare tra sonorità elettroniche e più eclettiche. Ottimo esordio per lui, staremo a vedere cosa combinerà nei prossimi mesi.
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