Un concept crudo e smisuratamente romantico.
Recensione a cura di Giorgia Groccia
Romolo Dischi presenta Interno 29, album d’esordio de Lefrasiincompiutedilena, progetto sospeso tra Roma e la Puglia e nato per “Terminare quello che Elena non ha più raccontato a nessuno”. L’artista risulta appartenere ad una categoria quasi estinta, ovvero quella dei contenuti e non dei contenitori, quella della crudezza delle parole e del romanticismo smisurato, quella della ribellione degli studenti universitari fuori sede, quella di un album che dice la verità senza la pretesa d’essere altro.
Questo lavoro discografico mette in luce la testardaggine del suo autore, ostinato e volto a ricercare un suono, una parola, una similitudine, un ossimoro, e proprio grazie alla tenacia e ai sentimenti contrastanti e accavallati ne è scaturito un vero concept album, razza in via d’estinzione tra l’altro, che racconta Roma guardando Lecce, “pensando al posto più ad est d’Italia, suonando nella maniera più inglese, proprio ora che la Brexit ha portato via quella parte dell’adolescenza dove tutto sembrava a portata di mano. Un po’ come Elena.”. I suoni strizzano l’occhio oltremanica. A parte Maree troviamo poca elettronica, le sonorità sono figlie di influenze indie pop-rock anglosassoni . Quindi si è spaziato da sonorità à la Velvet Underground (ad esempio Fiori e Camomilla), a quelle più post punk di Ciglia e Neanche l’Emilia. In Lenzuola si avvertono le sonorità della Manchester degli anni ‘90. Curiosità: non ci sono chitarre acustiche, e neanche fill di batteria o i piatti. Per scelta.
TRACK LIST:
CIGLIA
È un brano che ho scritto in preda al mio essere irrequieto. Dormire dove non si può.
INCENSO
Racconta un po’ quell’attimo in cui tutto esiste ma non si è ancora sicuri che esista veramente. Allora cerchi qualcosa in cui respirarsi. L’incenso.
QUESTO NOSTRO EMATOMA
Questo nostro ematoma non rappresenta una fine. Ma un segno che hai addosso, che fa male de è anche visibile anche quando le cose paradossalmente vanno bene. Un segno, un livido, resta comunque lì a ricordarti chi sei, da dove vieni, e perché sei lì.
BRICIOLE
È un carillon che ho scritto la sera prima di discutere la tesi. E ho deciso di inserirla nel disco perché rappresentava per me un momento significativo. Tutto il disco è stato scritto fra esami di Storia della musica e Forme e poesie, tutto il mio periodo accademico.
FIORI E CAMOMILLA
Se non avessi scritto Fiori e Camomilla probabilmente non ci sarebbe stato nessun disco e neanche LefrasiincompiutediElena. È il passo fra il mio libro di poesie “Come Gerbere Arancioni” e “Interno 29”. Tutto torna, nulla è perduto. Il mosto che fa vino.
LIBIA
Libia è un brano che non mi va di spiegare. Forse non è neanche una canzone. Boh, forse rumore. Forse mancanze. Forse gli occhi sporchi di quella sabbia portata in giro dallo scirocco, qui, nel Salento da cui siamo andati via. Nonostante saremmo voluti restare. L’estate da casa, a Roma, a Libia. Libia non ha nessuna spiegazione. O forse troppe.
MAREE
Esiste un luogo quasi alla fine della puglia dove l’acqua è gelida anche d’estate. Ho osservato il movimento delle onde una sera in solitudine. Rappresenta per me La paura di perdersi il meglio. Di sé stessi.
CITOFONO LAVAGNA, INTERNO 29
Ho preso in prestito un indirizzo. Inizialmente doveva rimanere fuori dal disco questa canzone. Poi oltre l’indirizzo ho preso in prestito anche L’interno 29 per il titolo dell’album. I soliti sbagli.
NEANCHE L’EMILIA
Capita a tutti di rivedersi. E non sempre è il momento giusto, ma quasi sempre è una cosa che porta con sé altri bicchieri da bere, in solitudine.
LENZUOLA
Bah, credo che ad un certo punto alcune difese immunitarie si stancano e quindi più che abbandonarti ti fanno ragionare su cosa sia meglio per te. Alcuni tormenti fanno bene all’anima, nella loro totale distruzione. Nonostante sia poi sempre presto per lasciarsi.
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