Ragazzi Stupendi, malinconico diario di bordo.
Recensione a cura di Giorgia Groccia
Ragazzi Stupendi è il nuovo album di Mai Stato Altrove, in uscita il 29 novembre per Bravo Dischi. Il disco, anticipato dai singoli I dischi, Dentro un ricordo e Contento lo stesso, segue l’episodio discografico precedente di HIP HOP e il relativo tour nazionale, che ha acceso i riflettori sul progetto di Gabriele Blandamura.
“Ormai credo di avere capito che registrare un disco per me significa innanzitutto cercare di capire a che punto sono arrivato” ammette l’artista che, difatti, compone otto brani-diario di bordo che segnano degli evidenti percorsi vissuti, tracciano delle direttive da infrangere, un bagno di malinconia impreziosita da arrangiamenti a metà tra il nuovo e il vintage, quello bello, quello che ci piace. Ragazzi Stupendi è un album narrativo; racconta con estrema schiettezza l’emotività frammentata che ritrova il proprio io, la propria genesi e l’asse di congiunzione fondamentale a cavallo tra l’amore e la paura. Cori, linee di pianoforte e beat estremamente concisi compongono un lavoro discografico con una sua estetica basica ma al tempo stesso ricercata.
Gabriele ammette che “l’idea di inserire qualche elemento che rimanda al gospel nasce proprio da questa voglia di complicare un po’ le cose. Se mi voglio rilassare vado a farmi una bella passeggiata col mio cane. Alla musica, al cinema, ai libri ho sempre chiesto di provare a portarmi in posti nuovi e l’idea di faticare un po’ per arrivarci non mi ha mai spaventato.” : in questo senso segnaliamo brani come Resta per Sempre con Te, dalle sonorità black / internazionali e Per Fortuna Esiste il Sole. La title track è invece il brano più toccante intriso di nostalgia e forse qualche rimpianto rimasto incastrato tra le pieghe delle mani, nel vento e tra i capelli, in un café ingiallito di tanti anni fa.
Ogni canzone è una pagina di diario e, come ogni diario che si rispetti, conserva una particolare propensione verso l’onestà di guardarsi allo specchio, guardarsi indietro e, perché no, gettare un ponte con il futuro prossimo, quello fatto di altre parole da scrivere, una ricerca che non cessa di voler spingere i propri limiti ancora una volta ancora un po’ più in la.
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