Tra Inghilterra e Italia, tra passato e presente.
Recensione a cura di Davide Lucarelli
L’orizzonte degli eventi (Event Horizon) nella teoria della relatività generale è la superficie limite di un buco nero oltre la quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno. Una specie di confine squisitamente naturale tra porzioni dell’universo. Event Horizon è anche il nuovo album dei The Matinèe, la band italiana dal cuore anglosassone, che, con questo album si propone, di contro, di travalicare i confini dello spazio e del tempo unendo suoni contemporanei a sonorità anni ’80, unendo corpi fieramente italiani ad anime d’oltremanica.
Summer Sun – Radio Edit è il brano di apertura. L’anima a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta è svelata immediatamente. Arriva subito anche la traccia che ho preferito del disco, Empty. E’ una canzone dance pop dai suoni aperti e melodici. Goldfish unisce un tema musicale accattivante a un testo ispirato e motivante (“Why are you still swimmin’ in your fishbowl?”). Suoni che rimandano a produzioni cinematografiche fantascientifiche uniti a una melodia alla The Killers sono la ricetta per Satellite. Come with Me è una dolce ballad dai toni soavi.
Cold è un brano che sembra essere stato rapito direttamente dagli Eighties. La delicata armonia del suono d’archi è l’aspetto che ho apprezzato di più di Moments. Give Up on Sunday è proprio quella canzone allegra di cui si sente il bisogno in una domenica mattina soleggiata. Lights è un brano libero e luminoso. Un brano da giornata al parco con gli amici. Summer Sun – Extended Version, infine, chiude il cerchio dell’album.
Event Horizon è un album ben strutturato e coerente, con dei riferimenti musicali (fin troppo) chiari e definiti. Nel complesso il risultato è musicalmente gradevole, ma senza quell’aria di originalità che non è necessaria in senso assoluto, ma è imprescindibile per distinguere un prodotto memorabile dalla massa.
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