In anteprima per noi il video di “Dove Non ci Sei”.
“Dove non ci sei” è il titolo del secondo singolo di Renico che anticipa l’uscita del suo EP in primavera. Il brano è un racconto della mancanza in tutte le sue forme, rappresentata tramite immagini apparentemente distanti che fanno da cornice alla storia di un rapporto senza tempo, sesso né contesto. Non a caso il linguaggio è caratterizzato dalla polisemia di alcuni termini: “E allora aspetterò che tu ritorni ad albeggiare qui”, questa una delle immagini finali del brano che lascia un dubbio: è una giovane storia d’amore appena finita o il desiderio irrealizzabile di chi ha passato una vita amando qualcuno che ora non c’è più?
Le sonorità sono coerenti con il lavoro precedente, il brano acquista un groove particolare frutto del dialogo tra la voce e una linea di basso caratterizzante le strofe, per poi aprirsi in un ritornello che da aria all’intero brano “Lasciati guardare come un ragazzino in preda ad una crisi ormonale”.
Oggi vi presentiamo in anteprima il video di Dove non ci sei, il nuovo singolo di Renico.
Renico, parlaci di te come se non ti conoscessimo… Chi sei e cosa vuoi trasmettere con la tua musica?
Se non ci conoscessimo cercherei di fare bella figura, ma dopo poco capireste che sono un solitario romantico e burbero. Sono quello che scrivo, ho 23 anni, mi piace meravigliarmi e a volte soffro di misantropia.
Vieni da Lecce, territorio molto in fermento negli ultimi anni anche dal punto di vista musicale. Cosa metti delle tue origini nelle tue canzoni?
Il mare, le piccole realtà, le storie di mio nonno, i silenzi a tavola. Mi piace molto il fatto che il mio vissuto si incastri limpidamente nelle mie canzoni e spesso mi capita di capire determinate cose solo dopo averle messe su carta.
“Dove non ci sei” è il titolo del tuo nuovo singolo. Che storia vuoi raccontare?
Dove non ci sei è una scommessa. Ho cercato di rendere alcune mie vicende personali quanto più universali possibili. Ho voluto raccontare una storia senza tempo, età, sesso e senza troppi giri di parole. Delineare dei contorni è limitare, quindi lascio libera interpretazione.
Una canzone d’amore, potremmo dire se volessimo andare per definizioni. Ma non è mai banale parlare di questo sentimento…
Non parlare d’amore lo trovo da codardi. Anche parlare dell’assenza o della lontananza dell’amore significa mettersi in stretto contatto con lui ed è proprio questa la prospettiva che ho voluto adottare in questo brano. Non si può prescindere da un sentimento così onnicomprensivo, soprattutto se si scrivono canzoni e, sinceramente, a volte trovo banale e banalizzante il modo in cui viene trattato questo argomento nella scena attuale.
Amare, per me, è riconoscere la naturale libertà altrui di essere solo, accanto a noi.
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