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Quoando ho incontrato TGP: Riccardo Inge

“Adoro finire i concerti completamente stremato e senza più energie: vuol dire aver dato tutto.”

Intervista a cura di Angela Ieriti

Riccardo Inge è un ingegnere cantautore, quasi una figura mitologica che esterna equivalentemente gli animi creativo e razionale dell’umanità.

Lo scorso 29 novembre è uscito il suo ultimo singolo dal titolo Abbiamo Preso l’Influencer, un brano scanzonato che tratta ironicamente uno dei mestieri più ambiti di questi ultimi anni.

 

 

Il prossimo 19 febbraio invece, uscirà il suo nuovo singolo Due Ragazzi Due Ragazze. Ed è questa l’occasione che abbiamo colto per rivolgergli qualche domanda.

 

Ciao Riki!Come stai? Dicci prima di tutto come è nato il tuo progetto ‘Riccardo Inge’. C’è stato un episodio in particolare che ti ha spinto a intraprendere questo percorso?

Dopo anni in giro con un precedente progetto musicale, avevo deciso di ripartire da quello che sono. Non volevo creare qualcosa di finto a tavolino come tanti progetti che si vedono.

Da qui l’idea di essere sé stessi e di raccontare (non solo con la musica) il mio stato confusionale, diviso tra l’animo razionale a quadrato da ingegnere e l’animo più fantasioso ed emotivo da cantautore.

Ricordo che l’idea del vestito doppio mi venne sulle piste da sci (le folgorazioni arrivano nei posti più strani): mandai subito un messaggio a un’amica che lavorava nel mondo della moda per chiederle consiglio. Da lì partì tutto.

 

Il tuo è un mondo pop e si notano le influenze anni ottanta. Quali sono i principali artisti a cui ti sei ispirato in queste ultime canzoni che hai pubblicato?

Ascoltando tanta musica e guardandomi intorno, ho capito che le mie canzoni devono rappresentare qualcosa di reale e di vissuto, senza fermarsi al solo aspetto emozionale. I riferimenti di vita quotidiana del linguaggio indie (Paradiso, Canova, Cosmo, ecc.), mischiati ad arrangiamenti puramente pop con l’uso più diffuso di synth sono il connubio che sviluppo.

Negli ultimi tempi sto ascoltando molto Aiello, un cantautore veramente in gamba che unisce molti elementi che ricerco nella scrittura delle mie canzoni

 

 

Tu suoni molto in giro per locali e manifestazioni musicali. Quanto conta la dimensione live? Con quale set preferisci esibirti?

Il live è essenziale per me. Ho suonato davvero ovunque e con qualunque tipo di formazione. È come una scuola e non si finisce mai di imparare perché ogni volta può succedere sempre di tutto.

Amo sia la versione intima chitarra e voce che la versione elettrico con tutta la band. Se dovessi scegliere, preferisco comunque il set elettrico con la band per poter sprigionare al massimo tutta la carica che ho addosso.

Adoro finire i concerti completamente stremato e senza più energie: vuol dire aver dato tutto.

 

“Abbiamo Preso l’Influencer è una canzone molto divertente che si prende gioco del mestiere degli Influencer. Come ti è venuto in mente di trattare questo tema?

Siamo tutti attaccati ai social e ai cellulari a tal punto da farne una malattia. Io per primo non smetto un secondo di rimanere online e trascorro tanto (troppo) tempo sempre dietro all’ultima notifica ricevuta. In più tanta gente che non ha voglia di lavorare, pensa di diventare milionaria e famosa semplicemente dicendo ‘da domani faccio l’influencer’, senza avere la minima idea di cosa voglia dire e del lavoro (sì, un vero lavoro) dietro ai profili più importanti della rete.

Mi è sembrato un tema su cui si potesse giocare attraverso una canzone, cercando comunque di lasciare un messaggio forte.

Tutte le mie canzoni hanno queste caratteristiche: il mio nuovo singolo in uscita ‘Due ragazzi Due ragazze’ ne è l’esempio, seppur trattando di un tema molto diverso da ‘Abbiamo preso l’influencer’.

 

 

Ora domanda un po’ sentimentale…se potessi realizzare 3 desideri a livello esclusivamente musicale quali sarebbero?

Sanremo è un sogno che affascina anche chi non lo ama. Negli ultimi anni sono tornato a seguire il festival con grande interesse ed è innegabile quanto più volte abbia sognato di potermi trovare un giorno a poter cantare su quel palco.

Mi piacerebbe che questo progetto potesse correre di più con le proprie gambe, in modo tale da potersi concentrare più sul lato musicale e sulla scrittura che su tutto il resto. Al momento, infatti, ricopro il ruolo di autore, manager, compositore, promoter, musicista e chi più ne ha più ne metta. Vorrei per lo meno mettere in piedi una piccola crew che possa sostenere tutti gli sforzi che io e la mia band condividiamo.

Un altro desiderio più generale, che fa un po’ il paio con il precedente, è portare questo progetto a una dimensione live superiore. Palchi più importanti dove potersi esprimere al massimo e dove trovare quell’adrenalina e quelle soddisfazioni che sono la ragione per cui esiste questo progetto.

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