_ di Giorgia Groccia.
Scarda, all’anagrafe Nico Scardamaglio, classe ’86, è un cantautore napoletano, naturalizzato calabrese. Attualmente vive e respira l’atmosfera romana che nell’ultimo periodo è solita concepire numerosissime realtà musicali disparate e decisamente interessanti. Scarda è controtendenza; volontariamente accosta la propria personalità artistica a sonorità che ricordano i grandi nomi che compongono il cantautorato nostrano, con l’utilizzo di chitarre acustiche dal saporito gusto retrò: una formula vincente soprattutto se accompagnata ad una grande personalità che risiede tra righe di testi che sin da subito conquistano una gran fetta di pubblico.
Il suo primo album “I Piedi Sul Cruscotto” (MK Records) è un esordio indipendente che raggiunge numerosissimi ascoltatori con un trend in graduale crescita, insolito ma reale, come il seguito che affolla i piccoli club delle principali città italiane. La formula vincente è costruire spontaneamente una ricerca poetica che verte su una totalizzante sincerità.
Ma la soddisfazione maggiore giunge nel 2014, quando Scarda riceve la candidatura ai David di Donatello per la soundtrack del film “Smetto Quando Voglio” e una alle Targhe Tenco 2015 per la “opera prima” di cui sopra, uscita il 16 dicembre 2014. In seguito firma la colonna sonora dei sequel ”Masterclass” e ”Ad Honorem” usciti rispettivamente nel febbraio e nel dicembre 2017, raggiungendo così maggiore visibilità. Tra passaparola e canzoni, i numerosi live ripartiti in tutta la penisola portano il cantautore a rimettersi all’opera su un nuovo album, ‘Tormentone’, in arrivo il 19 ottobre per Bianca Dischi.
I primi singoli in uscita durante l’estate, ovvero BIANCA e MAI, e il video di NON RELAZIONE, fuori poco prima dell’album, spianano la strada verso la buona riuscita del disco, rispettando il percorso perseguito sin ora, con l’aggiunta di melodie orecchiabili ma ricercate e testi poetici ma immediati, il tutto arricchito da splendidi suoni di chitarre e specialmente tastiere in quantità maggiore rispetto al suo precedente lavoro.
Scarda chiacchiera d’amore perduto e amore ritrovato, conferendo il titolo TORMENTONE all’intero disco, un titolo che può certamente leggersi in due direzioni differenti e speculari. Se guardato da una prospettiva abbastanza superficiale diviene tuttalpiù un augurio per l’eventuale riuscita dei brani, dall’altra, scendendo in profondità, si intuisce un margine di reale tormento che ha contornato l’intero lavoro discografico prima della sua realizzazione completa.
Il bisogno di restare se stesso e, difatti, incrociare a pieno le proprie esigenze artistiche, permette al cantautore di non giocare sulla comune pretesa ormai diffusa di tratteggiare la propria immagine con vesti intellettualoidi e radical chic, piuttosto punta tutta la propria immensa energia verso il desiderio di permettere ai propri ascoltatori di immedesimarsi a pieno e, perché no, ritrovare le proprie storie e rivivere i propri ricordi tra le righe di canzoni che parlano d’amore a tutto tondo.
“E’ un disco che vuole fare male” afferma Scarda, e questa volontà viene espressa chiaramente in brani come BIANCA, in cui “i ricordi sono coltelli”; ci immergiamo in un’atmosfera domenicale, passando con l’auto dinnanzi alla PALAZZINA GIALLA della persona amata accompagnati dalla radio e da quella sensazione di nodo in gola devastante, per poi passare a brani che portano il nome e il volto di GIULIA.
MAI nuota verso un tramonto agrodolce e un cuore spezzato che attende nuovamente una carezza e magari un bacio sulle labbra, forse per ritrovare un SORRISO, un ricordo che spazia verso tutta Italia e mescola trucco sbavato, autoradio, e telefoni sul cruscotto.
NON RELAZIONE è quel pezzo che manca, è far finta di niente, è mostrarsi forti, proteggersi dietro uno scudo ornato da parole che perdono il loro senso nella profondità di uno sguardo che non si è mai smesso di cercare tra gli occhi degli altri.
VENTANNI si fa manifesto di un sentimento nostalgico, è una ballata che tratteggia la spaventosa bellezza di un’età spensierata e la totale fugacità dell’esistenza stessa.
Si chiude l’album con TRAMONTO, malinconica preghiera.
I brani del disco sono stati composti (testi e melodie) interamente da Scarda, con l’aiuto di validissimi collaboratori in studio di registrazione: i bassisti Michele Amoruso (che ha suonato anche le chitarre elettriche in Ventanni), Gerlando Accurso, Samuele Dessì; e i batteristi Emanuele Fragolini e Sergio Lasi. la registrazione e la produzione artistica del disco sono state realizzate in due studi e in due momenti diversi ma ugualmente fondamentali: prima le Officine Zero di Roma con Nicola D’Amati (che con Scarda ha curato gli arrangiamenti di tutti i pezzi, basso escluso); successivamente il Noize Lab Studio di Cagliari con Samuele Dessì, che si è occupato anche del mix finale.
TORMENTONE non è pop, non è marketing. È semplice e pulita poesia di cui a volte si ha bisogno per disintossicarsi dalle nubi velenose che appestano i meandri di Spotify.
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