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“Scusami” è il nuovo singolo di Elemento Umano – Leggi l’intervista

Un dialogo interno, forte, intenso, soprattutto vero: Scusami”  è il nuovo singolo di Elemento Umano. Una confessione, un soliloquio, un confronto, ma principalmente una ricerca di identità che transita attraverso una richiesta di scuse al proprio Io bambino.

Gianmarco Parlanti, in arte Elemento Umano, concentra in un brano particolarmente vivo e grondante di realtà tutto il talento di un giovane rapper ma soprattutto di una giovane persona che è disposta a riconoscere i propri errori del passato, a superarli e andare avanti. 

Il singolo è accompagnato da un video emozionante firmato da Adriano Giotti, regista pluripremiato e candidato al David Di Donatello nel 2017 per il suo film “Mostri”, e poi al lavoro con i clip de LA MUNICIPÀL, CIMINI, LOREN, AVA e molti altri.

Leggi l’intervista.

Qui per noi Gianmarco Parlanti, in arte Elemento Umano. Da dove nasce questo nome? 

Stavo guardando un dietro le quinte di Jurassic Park, il primo film; forse è il mio film preferito, quello che mi influenza di più. Ad un certo punto Spielberg racconta che la scena del T-rex con le automobili (scena cult del film) è stata girata così a causa di un errore del macchinista: il macchinario del dinosauro non doveva schiacciare la macchina, i bambini non dovevano spaventarsi così tanto. Se non si fosse inserito un “elemento umano” nel programma del regista e fra i circuiti delle macchine oggi non avremmo quella scena. Lì ho pensato a quanto, a volte, gli errori e le imprecisioni siano ciò che rendono unico qualcosa.

Il nuovo singolo “Scusami”, estratto dal tuo ultimo album “Via Casabella 11”, porta un significato molto forte… ce lo racconti? 

“Scusami” è una lettera che mi sono scritto e a cui ho cercato di rispondermi. Di fatto il pezzo è strutturato proprio come un dialogo: da una parte il me di oggi, dall’altra il me bambino e in mezzo uno specchio. È un pezzo che ho scritto in un momento in cui mi giudicavo molto e sentivo il bisogno di chiedermi scusa e ripartire.

Un dibattito tra due identità opposte e complementari che si scontrano davanti uno specchio. Tu che rapporto hai con quest’ultimo? Non sempre è facile… Queste due entità di cui parli hanno un riferimento autobiografico? E che rapporto hai con entrambe? 

Lo specchio è una presenza stabile nella mia giornata, non lo uso solo la mattina per vestirmi o lavarmi i denti. Ci passo le ore ad esercitarmi, a provare i miei pezzi. È lo strumento con cui misuro la mia crescita ma anche quello con cui ho il rapporto più conflittuale. Per anni è stato un nemico ma adesso sto iniziando a farci pace, ho iniziato ad apprezzare certe imperfezioni.

Nel video di “Scusami” vediamo un bambino che prende in mano una pistola: un’immagine forte e piena di significato. Come mai questa scelta? 

In realtà è stato fortuito, abbiamo trovato un sacchetto di giocattoli vecchi in un parco pubblico e li abbiamo presi: servivano a sottolineare che il tempo, all’interno del video, stava scorrendo. Quando abbiamo visto l’arma giocattolo abbiamo tutti pensato che potesse essere funzionale allo storytelling del video ma anche molto attuale rispetto alle situazioni che viviamo: “Scusami” parla anche di una “guerra” fratricida tra due entità che “combattono per la stessa terra”…direi che non c’è bisogno di spiegare altro…

E invece l’indirizzo che da il titolo al tuo disco? È molto interessante.. 

È la casa in cui ho abitato fino ai miei 16 anni. Il luogo dove dimorano praticamente tutti i miei ricordi infantili. Mi piaceva l’idea di omaggiare quella casa, anche perché parlo di argomenti molto intimi, parlo di me senza filtri e senza crismi. Volevo essere sincero fino in fondo, cercando in qualche modo di portare l’ascoltatore letteralmente in casa mia.

Solitamente quando si realizza un album si fa un duro lavoro di ricerca e di studio per capire poi dove arrivare. Quali sono state le tue più grandi fonti di ispirazione? 

A livello artistico e musicale mi sono lasciato influenzare principalmente da artisti italiani. Caparezza e Silvestri sono i due autori che meglio incarnano la mia idea di indagine introspettiva ma anche di sperimentazione artistica. Ma sicuramente la persone che più mi ha influenzato ed insegnato artisticamente parlando è il mio produttore Nicola Baronti. È passato poco tempo ma già ripenso alle nostre notti in studio con nostalgia. Non vedo l’ora di ricominciare.

E come per tradizione… dedica un saluto speciale agli amici di Tutti giu Parterre! 

Grazie. Più che un saluto io vi dedico l’augurio di poterci davvero incontrare e mischiare sotto un palco. Credo che sia quello il luogo migliore per conoscersi, abbracciarsi in libertà senza sentire il peso del giudizio o del mondo fuori. Dio benedica la musica, la musica live e chi si spende per parlarne e comunicarne l’importanza.

 

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