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Spaghetti Unplugged arriva a Milano e noi ne siamo felici

 – di Riccardo Magni –

Diciamocelo subito: Roma e Milano non sono uguali. Non sono nemmeno simili, non lo sono mai state e probabilmente mai lo saranno. Bene così per certi versi, peccato per altri.

Roma e Milano nell’immaginario collettivo da sempre si contendono “lo scettro” della rappresentanza nazionale: la Città Eterna da una parte e quella cool dall’altra, la Capitale istituzionale contro quella economica, l’ironia sorniona e pigra contro il fare “easy” ed efficiente. La cacio e pepe contro gli apericena…

Potremmo sciorinare vagonate dei suddetti cliché e farci a gara, ma la sostanza non cambierebbe di molto: Roma e Milano non sono uguali. Nemmeno in musica.
C’è stata una scena milanese sul finire degli anni 80 che ha sfornato le band scultrici della storia moderna della musica italiana (Afterhours, Ritmo Tribale ed Edda, Casino Royale, La Crus e chi più ne ha più ne metta…). E c’è una scena romana diversa, che negli ultimi anni ha espresso molti dei protagonisti attuali della musica così detta nuova (o indie, o itpop, come preferite) andando a rinfrescare i fasti che ciclicamente riportavano Roma alla ribalta musicale (dai Califano – De Gregori – Venditti, ai Silvestri – Fabi – Gazzè, ai Calcutta – Paradiso – Gazzelle…).

Che piacciano o meno, i frutti del fermento musicale romano degli ultimi anni sono sotto gli occhi di tutti e nonostante siano, con un po’ di superficialità impilabili facilmente sotto l’etichetta “it-pop”, in realtà sono tantissimi e variegati.
E se è vero che Milano favorisce una certa mentalità imprenditoriale rispetto a Roma, che i grandi brand sono tutti lì come pure l’industria discografica più ricca, è vero anche che le etichette in questione attingono costantemente dal serbatoio di artisti romano, che gli artisti milanesi vogliono suonare a Roma e che quelli romani non disdegnano affatto di fare il contrario.

Insomma Roma e Milano non sono uguali, nemmeno simili, ma legate da un interscambio dinamico, si.

Su questo asse possiamo leggere anche il lancio di Spaghetti Unplugged nella città della Madonnina. Il format romanissimo che negli ultimi anni ha visto passare sul suo palco moltissimi degli attuali protagonisti della musica italiana citati prima, dopo essersi affermato con estrema solidità a Roma, raddoppierà i suoi sforzi (e le sue serate) andando a prendersi uno spazio importante che forse a Milano era ancora poco occupato. Si qualcuno aveva provato a farlo, qualcuno ci è anche riuscito, anzi prendiamoci qualche merito e diciamo che proprio noi di Tutti giù Parterre in questo senso, con le serate all’Ostello Bello e le partnership varie, il nostro lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. Ma intendiamoci, l’arrivo di Spaghetti Unplugged all’ombra del Duomo è quanto di più positivo potessimo augurarci, per mille ragioni, ma prima di tutto perché siamo appassionati ed avremo la possibilità di assistere alle loro belle serate anche a Milano. Per chi ci vive (e ci suona) sarà una bella opportunità, per gli habitué romani in trasferta occasionale sarà un modo per sentirsi comunque a casa, un posto in cui sai di poter andare la domenica sera (o quando sarà, ma la prima data sarà appunto questa domenica in contemporanea con quella solita di Roma).

La formula resta invariata: si arriva senza strumenti (li trovate già lì) a meno di “stranezze”, ci si iscrive all’open mic, si suona e ci si gode lo spettacolo degli ottimi ospiti che Spaghetti propone ogni volta. Ed a mezzanotte gli spaghetti arrivano davvero, gratis, come gratis è l’ingresso alla serata (salvo tessere del locale).

Quindi cari milanesi, siate contenti dall’arrivo di Spaghetti Unplugged a Milano. E cari romani, siatelo anche voi. Perché Milano e Roma non sono uguali, non sono nemmeno simili e va bene così. Ma da domenica 3 febbraio, un pochino di più lo saranno.

Sull’evento Facebook tutte le info su location e serata: clicca qui.

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