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Tarantino – Una vita al var | Anteprima Video

In anteprima su Tutti giù Parterre il video di
Una vita al bar
di Tarantino

 

TARANTINO IN UNA VITA AL VAR:

SOLITUDINE PER CHI E’ SEMPRE IN COMPAGNIA

Chi l’ha detto che per essere dei supereroi bisogna necessariamente avere i super poteri? Tarantino, grazie al suo videoclip d’esordio “UNA VITA AL VAR”, ci trasporta nelle difficili condizioni che costellano la quotidianità, il campo minato più difficile da affrontare proprio a causa di insidie latenti e piccole sfide giornaliere, sfide da affrontare specialmente con se stessi. Tratteggiato da sprazzi in full HD e attimi in distorsione, come fosse un video poeticamente intaccato, UNA VITA AL VAR, presenta un’allegoria della vita tramite le sconfitte che la stessa ci propone, senza perdere mai uno spiraglio di luminosità, una risata che si cela tra le disfatte e le perdite.

TARANTINO, protagonista del videoclip, è una voce fuori dal coro, un analista presente in prima persona, pronto a sviscerare e vivere ogni situazione descritta. L’artista palermitano, con eleganza, ironizza sulla condizione di estrema solitudine dell’essere umano, e lo fa prendendo spunto e rubando un’immaginario prevalentemente sportivo, in apparenza coeso, in realtà caratterizzato da alti momenti di gloria e innumerevoli frangenti di sconfitta personale. Persino la vita privata è posta su di un piatto tramite immagini di quotidiana condivisione tra il cantautore ed un’ipotetica dolce metà. Anche lì, anche nel privato, a fare i conti con noi stessi siamo sempre e soltanto noi.

Il titolo stesso suggerisce, accompagnato dalle immagini, il medesimo immaginario. Una solitudine falsificata dall’alienazione, dal vivere ciechi e sordi; ma l’arte ha voce ed orecchie da sfruttare e TARANTINO lo sa bene; inizia così la sua carriera solista, riscoprendo il fascino del cantautorato italiano con questo primo singolo per la regia, soggetto e montaggio di Duilio Scalici.

Un videoclip semplice e diretto, un brano dal gusto dolce amaro, per riscoprire se stessi, per osservare il nostro microcosmo come controparte attiva.

 

Un articolo di Giorgia Groccia

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