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Veronica Sbergia ci racconta il suo album “Bawdy Black Pearls”

Dodici donne afroamericane degli inizi del ‘900, dodici artiste blues e jazz, dodici canzoni licenziose con un unico minimo comune denominatore: la libertà di essere se stesse e cantare della propria condizione senza peli sulla lingua. Questo è “Bawdy Black Pearls”, il nuovo disco di Veronica Sbergia,  nato dalla consapevolezza che queste blueswoman, alcune delle quali semi-sconosciute, hanno contribuito in modo determinante, attraverso le loro canzoni, alla nascita di una coscienza femminista nelle donne afroamericane della working class degli inizi del XX° secolo.

Ne abbiamo parlato con lei:

Chi è Veronica Sbergia nella musica e chi è invece nella vita di tutti i giorni?

Veronica Sbergia nella musica è una cantante, musicista e performer con grande esperienza e tanto mestiere alle spalle. Si sente a proprio agio nel proprio ruolo e sente il palco come la sua casa, quindi lo sa gestire con maestria. Nella vita di tutti i giorni, Veronica è alla continua ricerca di conferme, è un persona insicura e ipermenosa e tende spessissimo a preoccuparsi. Anche quando le cose vanno bene!

 

Come ti sei avvicinata al blues e, in particolare, alle artiste a cui è dedicato il tuo disco “Bawdy Black Pearls”?

Mi sono avvicinata al Blues già da molto piccola, avendo una famiglia amante della musica e in particolare un padre fanatico di blues e jazz. Sono cresciuta con le grandi voci femminili del blues e del jazz nelle orecchie. Quando ho incontrato Max De Bernardi, il mio compagno, chitarrista fingerpicking e profondo conoscitore del genere pre war, ho approfondito l’ascolto delle artiste dell’epoca. E da allora non ho ancora smesso di scoprirle…

 

Qual è secondo te il messaggio più forte che potresti trasmettere attraverso questo disco?

Indubbiamente l’importanza che queste donne hanno rivestito, tramite le loro canzoni e gli argomenti trattati nei testi che cantavano, nella nascita di una narrazione femminista, di una coscienza di genere, nelle donne afroamericane working class dei primi del secolo scorso.  Parlare di libertà di autodeterminarsi, scegliersi il proprio partner, esprimere la propria omosessualità, la propria indipendenza dall’uomo in generale, sono alcuni degli argomenti trattati nei brano che interpreto nel disco.

 

Prossimi progetti per il 2023?

Un bellissimo e lungo tour europeo e promuovere questo disco il più possibile in Italia e all’estero.

 

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