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Vi consigliamo quattro brani per prepararvi ai prossimi mesi di FREDDO

Perdonateci il gioco di parole, ma l’intento rimane lo stesso. Vi consigliamo oggi, tre brani del cantautore Freddo, in queste caldissime giornate, per preparavi al freddo, e a tutti i mesi in cui invece non faremo che rintanarci sotto le coperte, a immaginarci orsi in letargo. E Freddo, se ancora non lo conoscete, un nuovo piccolo nome della scena indipendente. Dalle chiaccherate in diretta con Red Ronnie ai collegamenti con numerose radio locali italiane, all’apertura per Myss Keta al Diffusioni Festival, Freddo ha fatto parlare, riflettere ma anche ballare sulla sua musica.

Probabilmente molto presto, Freddo pubblicherà un nuovo disco, e per farvelo conoscere prima, per arrivare preparati, e per darvi un nuovo strumento per prepararvi a un nuovo inverno dolceamaro, ecco quattro suoi brani che speriamo vi possano piacere.

Novembre con “Italianne Politique”

La capacità migliore di Freddo è quella di riuscire a parlare di temi caldi, impegnati, con un piglio polemico e critico, senza risultare mai pesante o critico, anzi, i suoi brani ci lasciano andare, ci fanno ballare, andare. Sono i brani che ci fanno camminare veloci, fare lo slalom tra le persone di Milano, che ci fanno sopportare le viste dagli uffici, quando vorremmo solo restare a letto. Novembre e Freddo vanno molto d’accordo, con i ritmi ossessivi, con un piglio funky che ci trattiene, le immagini del telegiornale e della politica italiana.

Si intitola “Italienne Politique”, ed e’ un piccolo gioiello di groove e sarcasmo. Se l’idea era di creare un sound fresco, che strizza l’occhio all’Africa, alla Jamaica, a certa disco- funk francese anni 90’ fatta di campioni e mondi lontani, continuando pero’ ad appoggiarci sopra tematiche politiche e di denuncia vera, ecco allora l’esperimento sembra riuscito perfettamente. Grande tiro e tono pungente messi insieme in questa canzone dal sapore senza tempo e dalle parole taglienti e ironiche dirette proprio alla “Politica Italiana”.

 

 

Dicembre con “Per colpa di”

E di nuovo di politica si parla in “Per colpa di“, un altro brano che guarda ai ritmi etnici, che ci porta a cena ma poi tiene lo sguardo triste. Dicembre è quel mese di famiglia, di cene e regali, come se coprissimo di sabbia i rancori, e ci dimenticassimo quando sia effettivamente stronza quella zia a cui stiamo comprando un foulard, e ci dimentichiamo che la stragi nel Meditarraneo continuano anche quando stiamo mangiando il salmone affumicato. Questo brano ha quel sapore lì, di festa sporca, di giornate con la sveglia tardi che sanno anche di colpa.

Per Colpa Di e’ una domanda aperta cui l’autore non sa (e non vuole) rispondere.
L’ispirazione nasce dall’arte contemporanea dello scrolling compulsivo: Freddo ha osservato come sui social si alternino immagini di sofferenza, di conflitti , di fughe disperate a narrazioni capitalistiche o narcisiste fatte di mode, autocelebrazione e frivolezza. Spesso per darsi un tono impegnato questi due mondi agli antipodi si alternano stridendo negli spazi personali di profili Instagram di tante, troppe persone.

 

 

Gennaio con “SINESTETICA MORALE”

Sinestetica è una parola che non esiste. E questo nuovo  disco che prova a dare una personalissima definizione a una parola che non esiste. Freddo l’ha infatti inventata per dare una forma a quella che gli piace immaginare come “l’arte della sinestesia”. La sinestesia è tecnicamente la capacità di percepire intrecciando i sensi, un’associazione espressiva tra parole pertinenti a diverse sfere sensoriali. E qui, in questo brano, si torna alla normalità, dopo Capodanno e dopo Natale, anche se è tutto uguale a un anno fa, come dice Freddo stesso.

E di Freddo ci piace questo suo cinismo silenzioso, quello che si maschera con le battute e con la voglia di non fare troppo casino, che non ci fa sentire troppo in colpa e che ci accompagna ad una cena di famiglia. Tutto questo disco, di cui a breve vi consiglieremo un altro brano, non è che un un concentrato di influenze diverse e sentimenti diversi, dove elettronica e raggae spesso si incontrano, e dove la voglia di abbracciare quella zia (la stessa che è una stronza), il giorno di Natale, si scontra con quella di spiegarle un po’ come va la vita, quella vera.

 

 

Febbraio con “IN CONTROLUCE”

E concludiamo febbraio con la luce in fondo al tunnel, un fischio che ci accompagna di nuovo verso marzo, il caldo, e la voglia di evadere, questo lo spirito di “In Controluce“; una danza che avrebbe apprezzato Max Gazzè, già il mare nei nostri piani, quelli che si fanno quando sta per finire l’inverno, e ci divertiamo a pensare che forse sarebbe diverso, se non facesse così freddo. Non ci illudiamo tutti che una relazione, potrebbe funzionare se solo fosse capitato in un momento diverso? Una vita, un lavoro e qualsiasi cosa. Ma poi finisce sempre tutto uguale. La sensazione di vedere qualcosa in controluce.

Ma adesso lasciami affogare

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