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VIITO live @LargoVenue: giovani rocker ai tempi del pop

_ di Giorgia Groccia.
_ foto di Daria Falconi.

Vito e Giuseppe, coinquilini fuori sede e romani d’adozione, sognavano il rock. Iniziano a scrivere canzoni in cameretta, ma il talento fa presto a correre forte e giungere a destinazione, tagliando piccoli grandi traguardi. Difatti i due giovanissimi vengono notati e prodotti dalla Sugar, estrapolando subito un singolo che ha fatto ballare e innamorare, ovvero l’ormai celebre BELLA COME ROMA, fuori il 19 gennaio 2018, direttamente al primo posto nella classifica Viral50 Italia di Spotify, dov’è restato per 7 giorni, registrando oltre 100mila ascolti nella prima settimana. Un vero record; e così si inizia ufficialmente a sentir parlare dei Viito, divisi a metà tra un pubblico che li ha amati follemente sin da subito e senza riserve e chi invece, scettico, ha dovuto scoprirli lentamente con l’uscita dell’album il 7 settembre 2018 dal titolo Troppoforte.

Bisogna necessariamente puntualizzare la vera ricetta del successo che ha portato questo duo esplosivo a schizzare in vetta alle classifiche in così poco tempo: voce calda e graffiante, ritornelli di una potenza disarmante, grinta innata e un animo da veri rocker.

 

 

Sul palco del Largo Venue, il 9 settembre 2018, si intuisce qualcosa di nettamente nuovo rispetto al prototipo di concerto Made in Italy a cui siamo abituati ad assistere. L’entrata del frontman diviene scenica: un Vasco Rossi 2.0 che passa tra la gente per raggiungere il palco, sigaretta fumante stretta tra le dita, occhiali scuri e capelli sciolti contenuti da un berretto sbarazzino, “maglioncione” ’90’s portato a ridosso di un blue jeans chiaro tagliato poco sopra il ginocchio, bottiglia di vino già abbondantemente dimezzata riposta accanto alle casse monitor e un grido al microfono che spezza bruscamente l’ambient ricreato dal fedele tocco di chitarra di Giuseppe, seduto sul palco a far gli onori di casa già da un po’. Il pubblico è pronto e predisposto a scatenarsi totalmente a ritmo di ESAMI e TROPPO FORTE, primi due brani scaraventati con veemenza sul pubblico come fossero bombe atomiche, per poi passare a CERCANDO L’ESTATE, anticipata da un coro unanime che urla scatenato: “Io l’estate ce l’ho in testa, io l’estate ce l’ho in testa!”; a seguire, con la mano sul petto e una lacrimuccia scesa, si intona un inno Nazionale doveroso che precede ovviamente il ritornello che cita “l’Italia non va ai mondiali”.

 

 

Dopo aver annunciato la band, il frontman ringrazia la sua Roma, un po’ casa, un po’ territorio di grandi partenze che hanno visto da prima i due affrontare piccoli palchi per poi giungere al grande traguardo composto da un pubblico in delirio e un Largo Venue completamente pieno. Il live procede con TEMPI MIGLIORI, la quale risuona spaccata a metà tra due generazioni che spesso a fatica comunicano, erigendo muri fitti di incomprensioni e gabbie dorate in cui si resta incagliati costantemente. Dopo un breve intermezzo ambient, si torna a far baldoria con COMPRO ORO, per poi lasciar posto ad una delle ballad più belle di tutto l’album: UNA FESTA; romantico squarcio su Roma sotto la pioggia, osservata da una finestra solitaria che osserva due innamorati nel ricordo di momenti felici che necessitavano solo di se stessi per esistere, per gioire proprio come fosse una festa. Si passa al momento cover con una versione rinnovata e rockeggiante di NON SUCCEDERA’ PIU’, famoso brano di Claudia Mori e Celentano, per poi rivivere un pilastro di indie rock italiano allo stato puro con LASCIAMI LECCARE L’ADRENALINA degli intramontabili Afterhours. I Viito, inediti, intonano il brano SISTEMA SOLARE, non presente nell’album, di fatto però primo testo scritto dai due, brano antecedente rispetto a tutto il percorso discografico intrapreso, per poi rivisitare anche Battisti con NASTRO ROSA.

 

 

L’intermezzo a seguire fa trapelare inevitabilmente la giovane età dei due, i quali creano una “super storia” su Instagram insieme al pubblico, gesto simbolico che accorcia inevitabilmente la distanza tra artisti e parterre. Quando tutti i fan prendono posto sul pavimento, giunge uno dei pezzi più acclamati e genialmente composti all’interno del disco, ovvero INDUSTRIA PORNO, un misto tra passione e denuncia, il manifesto di una generazione che spesso non concede e non si concede l’intimità dovuta, rendendo la propria alla mercé di chiunque.

Quado Vito cessa un secondo il suo impeto prorompente sprigionato sino a quel momento, è per raccogliersi e smascherarsi in via definitiva. Le canzoni devono essere preghiere, e LISBONA è davvero una preghiera colorata di malinconia e forse qualche rimpianto, un bellissimo squarcio di cielo con qualche stella cadente.

Bissano a gran richiesta TEMPI MIGLIORI e COMPRO ORO, per poi chiudere con la grande hit che li ha consacrati: BELLA COME ROMA.

 

 

I Viito divorano il palco, dimostrano grande maturità artistica degna di nomi ben più noti e datati, manifestano la stoffa da vere rockstar in un universo in cui ci si barcamena spesso in territori stereotipati che non prevedono affatto la ribellione. Contro ogni pronostico, i due artisti dimostrano di portare avanti un ideale con parole semplici e concise, scontate solo in apparenza, le quali celano due menti controcorrente, senza incagliarsi nelle solite filosofie spicciole e cervellotiche.

Tra Netflix, treni in ritardo, esami, sofferenze calcistiche, nomi di città, passioni da far impallidire l’industria porno e le mancanze che tornano a rimbombare nelle orecchie e nel cuore, i Viito sono senza ombra di dubbio la rivelazione dell’anno, un connubio tra il vecchio e il nuovo, una fotografia dettagliata di quella fetta di giovani che non si accontentano, ma che chiedono a gran voce qualcosa in più: un ponte tra noi e i nostri genitori, un ponte tra i social e gli ansiolitici, tra un gustoso universo vintage e i rocker del futuro che sanno dimenarsi sul palco come vere star, sanno emozionarsi come ragazzini, sanno ragionale ed interagire ormai già come fossero adulti fatti e formati.

 

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