Esce martedì 8 novembre 2022 il singolo di debutto del progetto solista di Zahra Shaker, un brano dal titolo “Fallen” che, tra il suono di un dolce pianoforte ed eteree linee vocali, ci accompagna nel mondo della cantante italo-siriana che presto pubblicherà il suo disco d’esordio, “Petrichor“. Un disco che Zahra stessa definisce un processo di guarigione. Benvenuti quindi in un mondo di influenze stratificate senza genere, dove la songwriter fugge dalle dinamiche delle playlist di Spotify e dai dettami del mercato musicale, offrendoci il primo capitolo di un racconto che sviscera la sofferenza e le continue battaglie dell’artista contro l’ansia e la depressione.
Era assolutamente necessario per noi scoprire qualcosa in più.
- Le tue origini siriane ti hanno influenzato anche dal punto di vista musicale? E in che modo?
Devo dire che sono sempre stata fiera delle mie origini. Ascolto musica araba ma musicalmente parlando non credo che queste abbiano influito sul mio sound, o almeno non in maniera cosciente.Ma non nascondo il fatto che mi piacerebbe moltissimo portare quelle sonorità nella mia musica. - Hai mai paura di esporti troppo dal punto di vista personale nella tua musica? Esiste un limite secondo te?
Il timore di espormi troppo forse un po’ è presente sì. Tendo sempre a non avere filtri quando parlo del mio sentire e delle mie esperienze personali perché penso siano problematiche che tutti vivono. Oggi soprattutto ci sta questa corrente di “pensiero positivo” che trovo un po’ malata. E’ giusto essere positivi e rialzarsi sempre. Ma è anche giusto dare il dovuto spazio al Dolore. Mettere dei limiti è sempre giusto. Ci saranno sempre delle persone che non comprenderanno e fuorvieranno le tue parole. - Cosa consiglieresti a qualcuno che non sta bene con sè stesso, o che vive nell’ansia o con un disturbo depressivo? Sono cose che ti hanno toccato personalmente? La musica può essere terapeutica?
Avendo vissuto spiacevoli situazioni di ansia e depressione mi sento di dire a chiunque soffra di questi problemi: Iniziate un percorso psicologico. A me ha salvato la vita. E’ difficile vedere andare in frantumi le proprie certezze; è difficile danzare con i propri demoni, ma la psicoterapia o qualsiasi cosa le si avvicini è un grandissimo passo avanti. E un altro consiglio che mi sento di dare è quello di trovare un proprio mondo interiore e buttarcisi a capofitto. Il dolore, a volte, può essere utile e da questo possono nascere tante situazioni bellissime. La mia situazione bellissima è stata la Musica, quindi sì. La musica E’ terapeutica. - Quale pensi possa essere un problema della scena musicale contemporanea?
Il mio umile pensiero riguardo la scena musicale odierna è che si tende a dare troppo poco valore alla sostanza e ci si sofferma moltissimo invece sull’immagine esteriore e sui social. Vorrei vivere un’industria musicale che non vede i likes di instagram o gli ascolti su Spotify. Che dia possibilità a Tutti di esprimersi e di poter diventare qualcuno. Fornendo i giusti strumenti, certo. - E adesso cosa accadrà?
Adesso spingerò moltissimo questo mio primo singolo Fallen. Tra l’altro a breve uscirà anche il videoclip. Dopodiché farò uscire altro materiale fino all’uscita dell’intero album Petrichor, con la speranza che prenda il volo e trovi il suo posto nel mondo.
What do you think?